“È grave e ingiustificata l’omissione di una procedura prevista dalle norme statutarie con conseguente danno all’immagine e alle attività della CRI”. Così la Croce Rossa Italiana, in una nota ufficiale, chiarisce i motivi che hanno portato al commissariamento del Comitato Provinciale di Caserta. “In particolare, il Presidente Leonardo Aniello Caracciolo si è sottratto al confronto democratico interno non convocando l’assemblea straordinaria, legittimamente richiesta da più di 1/3 dei soci del Comitato in cui si poneva in discussione una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Il Presidente ha mostrato un atteggiamento irrispettoso della volontà generale dei volontari, da un lato escludendo (al contrario di quanto previsto dallo Statuto) di convocare la suddetta assemblea entro 30 giorni dalla richiesta formale e dall’altro esprimendo in via preventiva le proprie ragioni violando il principio democratico proprio delle assemblee. Ha ampiamente dimostrato poi di volersi sottrarre al confronto democratico, non solo convocando la suddetta Assemblea ben oltre i limiti previsti dallo Statuto, ma anche facendo comparire la dicitura ‘irricevibilità mozione di sfiducia al Presidente di Caserta’. Inoltre ci risulta che il Presidente Caracciolo abbia più volte dichiarato sui social network di essere stato testimone di comportamenti camorristici dei volontari o solo di una parte di essi senza però mai denunciarli né al Comitato Centrale, né all’Autorità Giudiziaria, gettando di fatto discredito sull’intera Associazione e sui soci stessi. Con le ripetute affermazioni diffamatorie di comunicazione esterna il dott. Caracciolo ha violato le norme del Codice Etico e di buona condotta per i soci e i dipendenti della Croce Rossa. Se c’è qualcuno quindi che ha violato le regole è proprio il dott. Caracciolo. Ecco perché, come previsto da norme statutarie, sentiti tutti i vertici Nazionali e Regionali della Croce Rossa che hanno espresso parere conforme, si è proceduto al Commissariamento del Comitato Provinciale di Caserta”