La naturale vocazione agricola di un territorio, quello del Vallo di Diano, stravolta dalle logiche del profitto e da una industrializzazione che non si è rivelata foriera di innovazione e sviluppo. Questa una delle riflessioni affrontate dal testo ‘Profumo e polvere di Terra’ del giornalista Lorenzo Peluso che sarà presentato venerdì 6 marzo alle ore 17.30 alla libreria Pacifico di via Alois a Caserta. Con l’autore interverranno Vito Amendolara, già assessore regionale all’agricoltura, presidente dell’Osservatorio per la Dieta Mediterranea, l’avvocato Mario Sarlo, professore di diritto civile all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e il professore Ferdinando Longobardi, docente all’Università Federico II di Napoli e all’Università di Basilicata.
A moderare i lavori il giornalista di Tv 2000 Luigi Ferraiuolo. L’incontro sarà l’occasione per aprire un dibattito sulle necessarie ed inevitabili proposte di rilancio dell’intero comparto agricolo che da anni, per l’intero comprensorio Vallo di Diano, non rappresentano più il cuore del sistema economico della valle. Sotto i riflettori anche una riflessione sul futuro della piana salernitana e le nuove opportunità da offrire alle giovani generazioni.
L’Autore
Lorenzo Peluso, giornalista e conferenziere. Esperto in pianificazione strategica, è consulente in sviluppo locale per diversi enti ed istituzioni. Iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, corrispondente per il Corriere del Mezzogiorno e per Radio Alfa. Dal 2010 è direttore del quotidiano quasimezzogiorno.it. Collabora con testate giornalistiche ed emittenti televisive del Salernitano, ha curato diversi uffici stampa, anche in Consiglio regionale della Campania. Quarantunenne, sposato e padre di un ragazzo di quindici anni, vive a Sanza (SA) nel Parco del Cilento e Vallo di Diano. È responsabile della comunicazione della BCC di Buonabitacolo e cura testi scientifi ci per la società SGA (Società Geofi sica e Ambiente) di Bologna.
Dall’ ultima di copertina
Fra qualche anno nessuno si ricorderà più che la piana del Vallo di Diano, antico lago pleistocenico, con la laboriosa e paziente iniziativa intrapresa dai “Romani” e portata avanti nei secoli dalle popolazioni locali, era una fertile valle agricola. Nessuno lo ricorderà più perché le dinamiche evolutive di questo territorio, attraversato dalla principale arteria autostradale italiana, “l’Autostrada del Sole”, nell’ultimo ventennio, con forza, sta tentando di scrollarsi di dorso l’appellativo di Valle agricola. Lo scenario che si presenta all’ingresso della valle, all’altezza del comune di Polla, è quello di un’area fortemente urbanizzata dove lo spazio che una volta era destinato alle coltivazioni di cereali e granaglie, orti e frutteti, oggi è occupato da magnifici ed enormi manufatti in cemento prefabbricato, monumento all’industrializzazione moderna. A questo punto bisogna comprendere qual è la vera vocazione del Vallo di Diano e quale prospettiva paesaggistico ambientale si sta realizzando. La risposta sembra essere chiara per Antonio, un giovane nuovo piccolo imprenditori agricolo che con coraggio ha intrapreso la strada della pastorizia, ma non senza difficoltà. È questo il futuro della Valle.