Mancava un ultimo tassello per completare il mosaico dell’Asi Caserta. E oggi il consiglio di amministrazione, convocato dal presidente Raffaella Pignetti, riempirà anche l’unica casella rimasta ancora vuota. Sarà infatti nominato il nuovo direttore generale del Consorzio. La scelta cadrà su Anthony Acconcia. Politico navigato (che ha solcato anche cattive acque) di estrazione democristiana, ma che nel corso degli anni ha fatto il giro delle sette chiese cambiando partiti e passando dal centrosinistra al centrodestra senza alcun imbarazzo. E’ stato direttore generale della Provincia ai tempi di Sandro De Franciscis, al quale era intimamente legato. E proprio in quel periodo fu arrestato assieme ad altre cinque persone, accusate a vario titolo di concussione, corruzione, falso ideologico e turbativa d’asta. Dopo mesi trascorsi ai domiciliari dimostrò la sua estraneità ai fatti che gli venivano contestati e fu prosciolto. Una vicenda giudiziaria che spinse De Franciscis (non certo un cuor di leone) a mollare la Provincia per “rifugiarsi” a Lourdes. Oggi Acconcia indossa la casacca del Nuovo Centro Destra. Per la sua nomina a braccio operativo dell’Asi (che salvo clamorose sorprese arriverà oggi) ha insistito molto Paolo Romano. L’indicazione di un nome in quota Ncd ha scatenato la reazione di Carlo Sarro. Il coordinatore provinciale di Fi punta i piedi e grida al tradimento perché, come partito, rivendica il posto direttore generale, in base al patto con Pd e alfaniani. La verità è un’altra. L’accordo sull’Asi si reggeva sull’intesa anche sul Consorzio idrico. E Sarro aveva garantito che nel giro di pochi giorni sarebbe stata convocata l’assemblea dei sindaci per l’elezione del nuovo Cda dell’idrico. Ma Domenico Zinzi, suo novello amico(?) di partito, gli ha sbarrato la strada. Il presidente della Provincia, che ha in mano l’idrico, non lo vuole mollare almeno fino alle regionali per tirare meglio la volata al figlio Giampiero, candidato nelle fila di Forza Italia. Sfumata l’elezione dei nuovi vertici del Consorzio idrico è tramontata anche l’ipotesi che la poltrona di direttore generale dell’Asi, spettante a Ndc, potesse essere ceduta a Fi in cambio della presidenza dell’idrico. Al netto delle spartizioni e delle beghe politiche, c’è però da segnalare, ed è doveroso farlo, una buona notizia: il nuovo direttore generale dell’Asi ci costerà molto meno rispetto a quello in carica sotto la gestione di Piero Cappello. Il presidente Pignetti infatti ha imposto un drastica riduzione del compenso. Mentre Giuseppe Ascierto intascava la stratosferica cifra di 248mila euro all’anno, Acconcia (o chi per lui qualora dovesse saltare la sua nomina), si dovrà accontentare di 80mila euro. Un taglio del 70% rispetto allo stipendio d’oro di Ascierto. In tempi di crisi è una cifra comunque alta, ma va sicuramente nella direzione della riduzione degli sprechi in un ente indebitato fino al collo per le allegre gestioni del passato.

Mario De Michele

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