Archiviate le primarie regionali con la vittoria di Vincenzo De Luca, si apre per il Pd un rebus non meno complicato, quello delle primarie per i Comuni, in programma domenica. “Ci auguriamo – spiega il segretario provinciale Venanzio Carpentieri – che domenica sia confermato il trend positivo avviato con le primarie regionali e che nei Comuni che hanno scelto questa modalità di scelta trasparente, si svolga una desta che dia slancio al centrosinistra verso le elezioni”. Solo in provincia di Napoli sono 25 quelli chiamati alle urne ma le criticità non mancano e tra queste spiccano Pomigliano D’Arco e Ercolano. Nella città della Fiat, il Pd deve riguadagnare il primato perso nelle ultime elezioni, ma l’avvicinamento al voto vede uno scontro tra il circolo locale del Pd, retto da Michele Tufano e la segreteria provinciale. Il partito locale aveva infatti indetto le primarie con tre candidati del Pd al via: l’ex sindaco e consigliere regionale Michele Caiazzo, Giovanni Russo e Vincenzo Romano. Ma le cose si complicano quando dal tavolo provinciale delle alleanze arriva uno stop richiesto dagli altri partiti del centrosinistra: Idv, Sel e Psi. Richiesta che, fanno sapere da via Toledo, non poteva essere ignorata. Ma a Pomigliano la ignorano: “Domenica le faremo – spiega Tufano – perché chi non vuole allearsi con Pd, come Sel, non ha il potere di inficiare lo svolgimento delle primarie”. Tufano lo ha ribadito in una lettera pubblica inviata a Carpentieri in cui spiega che “non è possibile sospendere le Primarie a tre giorni dalla celebrazione con una mail senza alcuna consultazione degli organismi decisionali, dopo innumerevoli deliberazioni unanimi sul dispositivo delle primarie dell’Assemblea degli iscritti e della direzione di circolo. Sarebbe un atto monocratico illegittimo ed intollerabile”. Ma lo scontro è prima di tutto politico, dice Tufano: “E’ giunto il tempo di stabilire definitivamente se il PD in provincia di Napoli sia una comunità o una tribù”. Uno scontro che, ricorda qualcuno, risale al congresso del Pd che elesse Carpentieri, in cui da Pomigliano arrivarono nell’urna 400 schede bianche. A questo punto tutte le ipotesi restano aperte, anche quella di un vincitore delle primarie disconosciuto dal partito e che si presenti con una lista civica. Intanto oggi i pro-primarie incassano il via libera di Valentina Paris, membro della segreteria nazionale del Pd: “In questi anni – scrive su Twitter – ho apprezzato il lavoro e il rinnovamento messo in campo dal PD Pomigliano. In bocca al lupo per le primarie dell’8 marzo”. Non tutto liscio anche ad Ercolano dove le primarie sono slittate per il caos tesseramento con 1193 richieste di tessere a fronte di 214 tesserati nel 2013. Da quelle richieste spuntarono nomi legati a famiglie riconducibili a clan camorristici del vesuviano: da qui lo stop e l’ordine dalla segreteria provinciale di analizzare uno ad uno i nomi e certificare tutte le richieste di tesseramento entro mercoledì prima di prendere ogni decisione. Tutto in alto mare a San Giorgio a Cremano, dove però la giunta Giorgano è caduta solo il 23 febbraio con le dimissioni del sindaco. Lunedì sera è prevista una riunione per decidere per le primarie o per il candidato unico: tra i papabili Ciro Sarno, presidente del consiglio comunale uscente, l’ex vicesindaco Giorgio Zinno e Giovanni Marino di Sel. Primarie in pista a Giugliano, e Marigliano, mentre molti comuni hanno preferito evitare il voto. A Bacoli è pronto il vulcanologo Giuseppe Luongo, a Quarto Francesco Dinacci, a Cardito Giuseppe Cirillo, a Casalnuovo il segretario locale Giovanni Nappi