ALIFE – “Il Biodigestore di Alife e i chiarimenti che confondono” E’ questo il senso della replica del comitato di Alife, che pubblichiamo, al comunicato della General Construction di ieri. “Prosegue il tour del Comitato Cittadino per la Tutela della Salute e dell’Ambiente: stamane, 19 marzo, all’Istituto Tecnico Commerciale De Franchis di Piedimonte Matese in occasione della “Giornata della legalità”. Ormai da qualche giorno compaiono sul web banner pubblicitari e comunicati “chiarificatori” da parte della società che vorrebbe costruire un impianto di trattamento rifiuti organici da 75.000 T/a nella zona Asi di Alife. Una società che paga per pubblicizzare un impianto che ancora non esiste e che paga per cercare di dare alla gente la “giusta informazione” creando di fatto tutta una serie di informazioni confuse e contraddittorie che non fanno altro che ribadire l’ignoranza dei cittadini, che non capiscono e che non vogliono capire. Paroloni complessi e contraddittori che cercano di “istruire” il popolo distogliendolo dai numeri che stesso loro, nero su bianco, hanno riportato nel progetto. Questo il commento di un libero cittadino: “Nel vostro progetto voi dite che l’area matesina producono annualmente 3.800 tonnellate annue di FORSU. In questo comunicato e nei precedenti ci dite che l’impianto accoglierebbe 30.000 tonnellate annue di frazione umida. Ciò vuol dire che circa l’87% della frazione umida necessaria alla dieta dell’impianto di biodigestione verrebbe da altri territori”. Questa dovrebbe essere la gente che non comprende la vera utilità dell’impianto? Parla di “occasioni perse e di veti incrociati che hanno fortemente penalizzato il sistema Paese”, la General Construction, società proponente dell’impianto. Poi parla dell’assenza di coscienza civica che non permette un vero sviluppo. E con voli pindarici parte dalla problematica dei rifiuti in Campania, già sostenuta dal progettista dell’impianto Filippo Mercorio, passando per l’Italia per poi giungere in Europa. Continua sulla strumentalizzazione persino delle parole del primo cittadino di San Tammaro che seguono una giusta logica, invece. Parlano di un impianto “capace di coprire il fabbisogno dell’intera area matesina”, in netta contrapposizione con i numeri redatti dalla stessa società. Additano, con paroloni grossi, i cittadini desiderosi di sostenere un “no” a loro detta “senza se e senza ma”. Una società che continua a sostenere la tanto acclamata “trasparenza” e “correttezza” elemosinando un “dialogo” e un “confronto tecnico con le Istituzioni, gli Enti Competenti, le Associazioni ed i Comitati Cittadini”.Chi sono i veri responsabili dell’emergenza rifiuti in Campania? I cittadini del Matese? O coloro che prima hanno creato l’emergenza e adesso la vogliono cavalcare? E dei fanghi di depurazione? Nessun cenno? Un banner pubblicitario rigorosamente di verde vestito che raffigura verdura e sfalci e che omette completamente il particolare non irrilevante dei fanghi di depurazione. “Nei fanghi si trovano concentrati anche i microrganismi, che possono comprendere agenti patogeni quali Salmonella e Streptococchi provenienti con le deiezioni da malati e/o portatori, e che possono presentare aspetti di pericolosità per la salute umana”, per citare Wikipedia. Un banner dove, oltretutto, si usa la parola “Fertile”, snaturandola completamente del suo vero e sacro significato. Dal Comitato fanno sapere: “Si parla di assenza di coscienza civica ma noi non lasceremo una sola zolla della nostra terra a affaristi senza scrupoli e che fondano i loro progetti sulla menzogna”. Il Comitato Cittadino, che giorno dopo giorno rappresenta un numero di matesini sempre maggiore, non vuole comprare spazi pubblicitari con l’intento di persuadere la gente perché l’intelligenza non si vende e non si compra. Il Comitato Cittadino vuole molto semplicemente continuare senza sosta il suo percorso di sensibilizzazione che vuole non imporre il “no” ma ragionare sul “perché no”. In allegato trasmettiamo le osservazioni che il Comitato Cittadino ha inviato alla Regione Campania per la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) comunicando che la General Construction in piena fase di valutazione stia pubblicizzando dati difformi da quelli reali, contenuti nel progetto, omettendo le 13.500 tonnellate annue di fanghi di depurazione.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui