“Ci dispiace che la sig. Littizzetto, che abbiamo apprezzato in altre occasioni, abbia pensato che le ‘represse’ monache di clausura stessero aspettando il papa per abbracciare un uomo…probabilmente per fare questo avremmo scelto un altro luogo e ben altri uomini.. se avessimo voluto..”. Le suore Clarisse Cappuccine di Napoli scelgono un post su Facebook per criticare l’intervento di Luciana Littizzetto tenuto domenica scorsa a Che Tempo Che Fa, quando l’attrice ha ironizzato sull'”invasione” dell’altare maggiore del duomo di Napoli da parte delle religiose di clausura che volevano salutare il Papa in una delle tappe della sua visita nel capoluogo campano. “Non sarebbe forse il caso, cara Luciana, di aggiornare il tuo manzoniano immaginario delle monache di vita contemplativa?????”, conclude il post delle religiose abbondando in punti interrogativi per sottolineare il malumore delle suore. Contattata al telefono, una delle Clarisse Cappuccine sottolinea che l’idea del post è nata nell’ambito della comunità religiosa: “Ne abbiamo parlato, condividendo tra noi il disagio per quell’intervento di Luciana Littizzetto. E così è nato il post”. Le Clarisse Cappuccine non sono state le protagoniste dirette dell'”assedio” al Papa sull’altare, condotto dalle monache di un altro ordine, ma erano comunque presenti in cattedrale all’incontro con il Papa e, spiegano, si sono sentite a disagio per quanto detto dalla Littizzetto nei confronti di tutte le religiose di clausura. Intanto il video è diventato virale in rete. Superati i 400mila click. A suscitare commenti e curiosità è anche il commento in dialetto del cardinale Crescenzio Sepe al microfono (“Addo’ jate… sorelle… tenimm’ che ‘ffa”), davanti al Pontefice: su queste parole sono state costruite parodie musicali che ‘mixano’ la voce dell’arcivescovo al ritmo di una tarantella partenopea.
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