«Oggi si determina il superamento degli ospedali psichiatrico giudiziari, ed è un evento che rappresenta una svolta storica. Ora, però, bisogna lavorare per individuare forme di presa in carico delle persone fino ad oggi internate capaci di determinare un pieno reinserimento sociale e lavorativo. In Campania, sui beni confiscati alla camorra, con i progetti terapeutico individualizzati sostenuti da budget di salute (ptri/bds), in questi anni si sono già sperimentate con successo esperienze di restituzione alla cittadinanza. Questa è la strada da perseguire» lo afferma il presidente della commissione regionale beni confiscati Antonio Amato che negli ultimi due anni e fino alla scorsa settimana ha realizzato una serie di visite ispettive all’interno degli opg «La legge 81/2014, pur importantissima, non supera il meccanismo delle misure di sicurezza. Così, ancora ieri a meno di 24 ore dalla chiusura, si sono determinati nuovi internamenti anche per crimini bagattellari. In realtà, come avevamo già denunciato, gli opg resteranno comunque aperti per chi, ad oggi, vi è ancora rinchiuso. Chiuderanno ai nuovi internamenti disposti dalla magistratura che saranno realizzati nelle rems (o, in attesa che si realizzino, come in Campania, in oscure pre-rems). Per quanti sono già detenuti nelle carceri con infermità psichica sopravvenuta o da accertare, si stanno realizzando negli istituti penitenziari nuove articolazioni psichiatriche, che, al di là di strombazzanti inaugurazioni, richiederanno verifiche e controlli stringenti per assicurare il rispetto della legge e la piena tutela dei diritti alla cura e all’assistenza. Tuttavia» continua Amato «la 81/2014, sia per la dimissione degli internati che per nuove misure di sicurezza, pone l’accento soprattutto su interventi alternativi all’internamento e alla detenzione, da realizzarsi con progetti terapeutico individualizzati promossi dalle ASL. Anche in questo caso si necessita di un modello capace di superare nuove forme di manicomio e affarismo che pure già si affacciano. In Campania, in questi anni, questo modello si è sviluppato in provincia di Caserta, sulle Terre di Don Peppe Diana, nei beni confiscati alla camorra, dove con i budget di salute (ptri/bds) si sono determinate possibilità reali di reinserimento sociale e lavorativo. Tanto è vero che anche la legge regionale sui beni confiscati, la 7/2012, promossa dalla commissione che presiedo, dedica ai ptri/bds uno specifico articolo. C’è una vera e propria eccellenza, quella della cooperativa sociale Al di là dei Sogni nel bene confiscato “Alberto Varone” a Maiano di Sessa Aurunca, dove anche a ex internati in opg, insieme a tante altre persone con disagio, è stato restituito il pieno diritto alla cittadinanza. Questo modello» conclude il Presidente della Commissione regionale «deve essere esteso a tutta la regione, deve diventare il filo rosso del superamento degli opg. La Campania, grazie a quanto realizzato sulle Terre di Don Peppe Diana, nei beni confiscati, può rappresentare un esempio per l’Italia intera. Ma bisognerebbe mettere a sistema queste esperienze, promuoverle, sostenerle, invece di pensare a passerelle e spot elettorali»

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