Volanti dei carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili urbani, polizia in borghese, un autoambulanza e centinaia di avvocati inferociti ed esasperati. È questo lo scenario drammatico che si è presentato stamattina al Tribunale di Napoli Nord (vedi foto), dovuto al massiccio controllo posto in essere dalle forze dell’ordine in seguito all’attentato al Tribunale di Milano. Già dalle prime ore del mattino, una fila assai lunga di avvocati per poter entrare nel Palazzo di Giustizia di Piazza Trieste e Trento di Aversa, fino a due ore di attesa. «Ci state trattando come carne da macello, siamo esseri umani non bestie!», era questa la frase ricorrente urlata da gran parte della classe forense presente. Normalmente gli avvocato hanno un ingresso riservato, muniti di apposito tesserino di riconoscimento possono entrare in Tribunale, ma qui la pecca. All’ingresso, al varco principale, c’è un unico metal detector dal quale stamattina passavano avvocati e pubblico, creando una situazione di caos totale ed insostenibile. Ad un certo punto, si sono accesi gli animi, poiché alcuni magistrati pretendevano di poter entrare, in via privilegiata, scavalcando la lunga fila all’ingresso. «La fila la facciamo tutti, perché loro devono entrare con l’auto e scavalcare tutti noi? No, da qui non si passa», così alcuni avvocati hanno bloccato l’accesso ai magistrati, sbarrando loro la strada. Solo l’intervento dei carabinieri intervenuti sul posto ha evitato il peggio, rilasciando dei particolari permessi per facilitare ed agevolare loro l’ingresso. Alcuni candidati al C.O.A. hanno seguito una linea di protesta di basso profilo, facendo circolare tra i presenti, una istanza per raccolta firme (vedi foto), raccogliendo in meno venti minuti centinaia di adesioni. Non bastava l’atmosfera già calda, quando ad un certo punto, è accorsa all’ingresso una autoambulanza (vedi foto) per soccorrere una persona colta da malore, probabilmente per la forte tensione e stress. A sedare gli animi ha parzialmente provveduto il dirigente dell’ufficio unep, Pezone, che armandosi di pazienza ha cercato la trattativa con la classe forense inferocita. C’è stato da ultimo l’intervento della questura, accorsa sul posto, per cercare di tamponare l’emergenza. Le forze dell’ordine, addette ai controlli, si giustificavano con un «Disposizioni ministeriali, direttive dall’alto». Limitando tale articolo nel riportare ciò che è accaduto e ciò che si è visto, si può affermare con estrema tranquillità che, un unico metal detector all’ingresso del Tribunale di Napoli Nord, che ha un bacino di utenza superiore ad un milione e centomila abitanti, è veramente inadeguato e insufficiente.

MARIANO GARGIULO

 

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