I giudici della IX sezione penale del Tribunale di Napoli hanno inflitto condanne per 350 anni circa al clan camorristico dei Polverino che operava sul territorio del Comune di Quarto Flegreo ed estendeva i propri tentacoli anche sui Comuni limitrofi. Per tutti i 23 imputati è stata riconosciuta l’accusa di affiliazione al clan camorristico. A conclusione del processo di primo grado – pm Ardituro e Del Gaudio – spiccano le pene inflitte agli esponenti di maggior rilievo del clan: Salvatore Liccardi, detto “Pataniello”, Giuseppe Perrotta, Fabio Allegro, Salvatore Cammarota e Ciro Manco tutti condannati a 30 anni di carcere. Per Nicola Imbriani condanna a 14 anni, come per l’imprenditore di pompe funebri, Attilio Cesarano. 10 anni di carcere per Castrese Paragliola, presidente della Quarto calcio, gestita dalla cossca e poi sequestrata dalla magistratura. Confermata la confisca di tutti i beni degli imputati. L’associazione Libera Nomi e numeri contro le mafie ha così commentato la sentenza: “La sentenza del Processo Polvere emessa dal tribunale di Napoli martedì 14 aprile ci conferma ulteriormente che Quarto per anni è stata gestita dai clan camorristici. Gli anni inflitti agli imputati non lasciano alcun dubbio sulla penetrazione criminale che si è avuta in città così come precedentemente riportato nelle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia nazionale. Nonostante tutto questa sentenza apre un’occasione storica per liberare, finalmente, la città dalle mani dei clan. E’ in un contesto come quello che si sta delineando, grazie alle indagini della magistratura e delle forze dell’ordine, che può e deve rinascere la speranza. La speranza è affidata nelle mani di chi saprà costruire, giorno dopo giorno, una cultura dell’anticamorra nelle scuole e tra i cittadini. Ribadiamo che è necessario supportare gli inquirenti in questa fase e denunciare: questo è il primo passo per collaborare attivamente per il cambiamento. Alle Istituzioni chiediamo di non abbassare lo sguardo su Quarto. Alla Magistratura e alle forze dell’ordine chiediamo di continuare l’opera di contrasto alla criminalità. Quarto può rinascere dalle macerie soltanto con l’impegno di tutta la cittadinanza. In questo scenario il presidio dei Campi Flegrei di Libera continuerà a fare la sua parte”.