“Al momento dell’acquisizione di Indesit erano già in essere 940 esuberi, la maggior parte dei quali in quota Indesit e altri 200 circa che appartenevano a Whirlpool”, “c’era un numero più alto di dipendenti di quelli che occorrevano, a Carinaro parliamo del doppio dell’attuale organico” e “il piano-Italia di Indesit era ed è noto a tutti: sindacati, ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, lavoratori. Si sapeva che la situazione non era delle migliori”. Lo dice l’amministratore delegato di Whirlpool per l’Italia, Davide Castiglioni, che in un’intervista in apertura in prima pagine del Mattino, precisa però che “il governo non è mai stato informato da noi della chiusura dello stabilimento di Carinaro e dei numeri relativi all’occupazione. Lo ha saputo come i sindacati alla presentazione del piano industriale”. Rispondendo su come si è passati in un anno dagli esuburi alla chiusura completa di Carinaro, l’ad afferma che “è evidente che mettendo fine all’esperienza di due aziende che si fondono in una sola, il piano-Italia di Indesit non poteva più restare com’era e andava modificato”. “Questo per noi – aggiunge – è il piano migliore possibile. E deve rimanere un piano sostenibile, capace di dare risposte sostanziali all’industria. Ci abbiamo lavorato per mesi, siamo arrivati a prendere anche una decisione difficile, come la chiusura dello stabilimento”, ma “siamo pronti a qualsiasi soluzione capace di ridurre al minimo l’impatto sull’occupazione”.

 

 

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