Una miscela di odio razziale e di tracotanza mafiosa. Era da tempo che Luigi Mancuso, poco piu’ che maggiorenne, figlio del boss Giuseppe, di 62 anni, capo indiscusso dell’omonima cosca di Limbadi, aveva messo in atto una sorta di caccia allo straniero attraverso una serie di persecuzioni e atti intimidatori ai danni della comunita’ romena di San Gregorio D’Ippona.

Obiettivo: costringere i cittadini del Paese dell’Est, stabilitisi nel comune del vibonese per guadagnarsi da vivere come braccianti agricoli, ad andarsene da quei luoghi. Un’escalation di violenza cieca che ha toccato il suo culmine nell’aggressione compiuta dal rampollo della cosca, assieme ad un complice Danilo Pannace, di 18 anni, arrestato pure lui, contro un giovane romeno che picchiato fino ad essere ridotto in fin di vita, venne ricoverato in prognosi riservate. A squarciare il muro di omerta’ sulle malefatte del figlio del boss, pero’, sono stati proprio i componenti della comunita’ romena vittima delle persecuzioni compiute nei loro confronti, con la protezione della potente cosca di Limbadi, che hanno collaborato con gli inquirenti. Luigi Mancuso e Danilo Pannace sono stati arrestati, l’accusa di tentato omicidio, dai carabinieri di Vibo Valentia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta del Procuratore della Repubblica Mauro Spagnuolo. E proprio in Procura a Vibo Valentia che si e’ manifestata la soddisfazione maggiore. ”Oggi i carabinieri e la Procura – ha detto Spagnuolo – hanno scritto un’importante pagina di legalita’ in un territorio martoriato dall’arroganza e dalla prepotenza delle associazioni mafiose. La speranza e’ che i cittadini prendano esempio dall’atteggiamento collaborativo di quegli stranieri che hanno subito i gravi reati per cui oggi si procede”. Sulla vicenda e’ intervenuta anche la Camera del lavoro di Vibo che ha sottolineato l’importanza del provvedimento di arresto. ”Significa – ha affermato il segretario Franco Garufi – che il nostro territorio non e’ per destino condannato a subire la violenza e la prepotenza mafiose. Quando si denuncia i risultati arrivano. E il fatto che questo segnale positivo sia giunto da migranti che vengono da noi per lavorare onestamente, deve fare da stimolo alla societa” di Vibo Valentia per vincere assuefazione, subalternita’ e collusioni che troppe volte spingono troppi al silenzio”

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