Ventiquattro bracconieri denunciati (di cui uno arrestato), con 22 fucili, 3000 cartucce e 17 richiami acustici sequestrati. E decine di uccelli migratori trovati morti dopo essere rimasti imbragliati in reti poggiate sulla spiaggia o attirati in specchi d’acqua che in realtà sono delle trappole. E’ il bilancio dell’operazione “Volpoca” condotta negli ultimi mesi nel Casertano e in parte del napoletano dal Corpo Forestale dello Stato e illustrato oggi a Caserta al Comando Provinciale. Le indagini hanno portato alla scoperta di 400 “laghetti-trappola” per gli uccelli migratori, soprattutto nel Casertano, tra i comuni litoranei di Castel Volturno, Villa Literno, Cancello e Arnone, e nel Napoletano nel Parco del Vesuvio. Si tratta di depressioni del terreno naturali o artificiali che vengono coperte con teli per raccogliere l’acqua; spesso sorgono su fondi privati presi in fitto dagli stessi bracconieri, che vi costruiscono vicino dei bunker sotterranei da cui controllare l’arrivo dei volatili. Quando gli uccelli arrivano, stanchi dai lunghissimi viaggi, vengono catturati quasi per inerzia nei laghetti o nelle reti poggiate sulle spiagge: se restano vivi vengono usati per richiamare altri uccelli, se muoiono finiscono ad alimentare il mercato della tassitermia o nei ristoranti del Nord Italia, dove un piatto a base di uccellagione arriva a costare fino a 50 euro
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