Fin dal congresso di Riccione sentiamo il disagio di vivere la nostra esperienza politica in un partito sempre più ‘liquido’ che non sembra capace di farsi interprete delle sfide del nostro tempo. Abbiamo la sensazione di essere perennemente in ritardo rispetto ai processi in atto, che non riusciamo a governare e che ci limitiamo a subire, peraltro in modo maldestro, guidati da una dirigenza nazionale non sempre all’altezza dei compiti che dovrebbe affrontare con agilità, prontezza e responsabilità.
L’esperienza delle recenti elezioni regionali campane ci ha visti intrappolati nella medesima situazione determinatasi lo scorso anno con le elezioni europee, quando, sacrificandosi per un progetto ‘autonomo’ a sinistra, Sel ha visto gradualmente svanire la sua identità, chiudendosi in quel recinto minoritario da cui intendeva, invece, costitutivamente rifuggire.
Il tentativo di dar vita a una coalizione di sinistra autonoma rispetto al più vasto campo del centrosinistra, con cui Sel sembrava naturalmente portata a dialogare e a confrontarsi, ci ha relegati, infatti, in un cantuccio dal quale non abbiamo che potuto urlare alla luna la nostra purezza. Ciò ha reso difficile strutturare un progetto che fosse percepito come diretto al governo della Campania e non fosse, invece, costretto alla mera testimonianza.
Pur consapevoli della difficoltà di giungere a un accordo di coalizione con un candidato presidente come Vincenzo De Luca, riteniamo non siano stati compiuti tutti gli sforzi possibili a evitare il nostro isolamento, scelta definitivamente compiuta quando, con il decisivo avallo del coordinatore nazionale, l’assemblea campana del partito decideva di sottrarsi dalla sfida delle primarie, che – non solo con il senno di poi – avrebbe potuto far assimilabile l’esperienza campana a quella ligure, rendendo la nostra proposta politica competitiva dentro, e non fuori, il campo del centrosinistra.
Abbiamo apprezzato il sacrificio, anche personale, del coordinatore regionale Salvatore Vozza, che ha affrontato con generosità e determinazione una competizione elettorale i cui esiti disastrosi apparivano, tuttavia, ampiamente prevedibili sin dalla partenza. Per rispetto nei confronti del sacrificio di Salvatore e per un sentimento di lealtà nei confronti dei compagni, primo fra tutti il coordinatore provinciale Gianni Cerchia, e dei candidati e delle candidate della lista “Sinistra al Lavoro per la Campania”, abbiamo lavorato energicamente per il successo della lista, i cui presupposti politici ritenevamo, però, vacillare a fronte sia dell’appello al voto utile, sia del richiamo al voto di protesta fine a se stesso, sia, infine, della consistenza del popolo dell’astensione, vero vincitore delle elezioni anche in Campania.
Alla luce di questa esperienza che non abbiamo esitato a definire disastrosa, assumendoci la nostra parte di responsabilità (se non altro per l’incapacità di condurre gli organismi a cui abbiamo partecipato a compiere scelte diverse e per noi più convincenti), quali membri del coordinamento provinciale riteniamo completamente esaurita la nostra capacità di muoverci e incidere, non solo sul nostro contesto locale, all’interno di un soggetto politico la cui missione iniziale appare completamente svilita e sopratutto incapace di rinnovarsi in maniera efficace.
Rassegniamo, pertanto, le nostre dimissioni irrevocabili dal coordinamento provinciale di Sinistra Ecologia Libertà della Federazione di Caserta. Restiamo, tuttavia, militanti di Sinistra Ecologia Libertà, al servizio di un percorso che porti alla ricostruzione di un nuovo soggetto della sinistra, pur giudicando in maniera critica, almeno per il momento, le varie proposte sul campo, dal Possibile di Civati alla Coalizione sociale di Landini.
Mena Diodato
Francesco Madonna
Giuseppe Spiezia
ex componenti Coordinamento Provinciale Sel