“Non siamo una priorità nonostante la Protezione civile sia destinataria di un finanziamento per il piano comunale e attrezzature connesse. Non sappiamo più quale sia il nostro rapporto con il locale dove custodiamo quel poco di equipaggiamento di cui siamo dotati. Quella sede per la quale, a spese dei volontari, si è provveduto a pitturare, ad acquistare tavolini e sedie di plastica, pompa per annaffiare il giardino, oltre a collocare la tabella. Alcune di queste cose, tra l’altro, sono già sparite”. Sono alcune delle motivazioni che hanno spinto Ivano Oliva a rassegnare le dimissioni da coordinatore del nucleo della Protezione civile di Cesa. “Non siamo i sostituti dei lavoratori socialmente utili – sottolinea Oliva in una missiva inviata al sindaco – addetti alla vigilanza o subordinati alle indicazioni delle associazioni che organizzano eventi. Dovremmo essere gli interlocutori della Polizia municipale per il servizio a tutela della sicurezza dei cittadini”. Oliva non usa mezzi termini: “La sede della Protezione civile è considerata un deposito generico dove le associazioni vengono autorizzate dall’amministrazione comunale ad accedere e depositare materiale vario, nonostante abbia fatto presente che nella sede c’è materiale e vestiario in dotazione al nucleo, della cui eventuale sparizione o danneggiamento non voglio assumermi responsabilità. Tutto ciò – conclude Oliva – mi fa pensare che l’amministrazione non voglia una sede per la Protezione Civile”.

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