Neanche Quinto Fabio Massimo, detto il Temporeggiatore, avrebbe atteso tanto tempo prima di agire. Anche il condottiero romano, che sconfisse i Cartaginesi (aspettando), impallidirebbe di fronte alla strategia attendista di Giuseppe Mozzillo. Dopo oltre un mese dalle elezioni Orta di Atella è ancora nel limbo. Il consiglio comunale non si è insediato. La giunta è in alto mare. Un’anomalia? Sicuramente. Se non si trattasse di un Comune dove è successo e succede di tutto e di più. Infatti il neo sindaco sembra proprio non avere fretta a mettere in moto la nuova macchina politico-amministrativa. Se la prende comoda. Come mai? La proclamazione degli eletti, arrivata in netto ritardo rispetto a tutti gli altri Comuni andati al voto (chissà perché), non basta a spiegare l’immobilismo di Mozzillo. Che in realtà, scusate il gioco di parole, si sta muovendo proprio restando fermo. Solo da pochi giorni ha avviato le “consultazioni” singole (o singolari?) con i consiglieri di maggioranza per definire il nuovo assetto politico-istituzionale. Ha atteso molto tempo per far calmare le acque. Per attenuare i mal di pancia postelettorali affiorati nella maggioranza. Un primo risultato sembra averlo ottenuto. La giunta sarà composta interamente da tecnici esterni. Stop agli eletti e ai trombati. I primi dovranno accontentarsi di restare tra i banchi del consiglio. I secondi se ne resteranno a casa. Tutto ok? Altro che. Gli assessori uscenti Massimo Lavino ed Eleonora Misso (entrambi non eletti) non hanno alcuna intenzione di starsene in panciolle. Spingono per ritagliarsi uno spazio in giunta. Vogliono una “sistemazione”. Anche Massimo Russo (che però è consigliere) sogna un assessorato. E scalpita. Sia chiaro, nessuno lo fa apertamente. È ovvio. Ma sotto le ceneri cova il fuoco. Alla fine passerà la linea di Mozzillo: tutti assessori tecnici ed esterni. E allora l’incendio nella maggioranza potrebbe divampare per accaparrarsi l’ambita poltrona di presidente del consiglio comunale. E’ in atto il duello (sottotraccia) tra Alfonso Di Giorgio e Andrea Villano. Chi l’ha spunterà? Tutto dipende dai criteri che seguirà il sindaco. Opterà per chi gli è più fedele (almeno sulla carta) oppure userà il metro della rappresentatività? Nel secondo caso il nome in pole position è quello di Eduardo Indaco, primo eletto in assoluto con oltre 700 voti. La vicepresidenza sarà offerta al Movimento 5 Stelle. I grillini accetteranno? Improbabile, per non dire impossibile. Difficilmente i pentastellati si siederanno al tavolo della “spartizione”. In tal caso si aprirebbe la strada per Rosa Minichino. Un’altra spina nel fianco di Mozzillo è rappresentata dalla carica di capogruppo consiliare. Nicola D’Ambrosio e Gennaro Della Porta sono convinti di avere il physique du rôle. Altra sfida in “casa”. Altri grattacapi per il sindaco. Intanto passa il tempo. Oltre un mese dal voto. E pensare che in meno di un mese Beethoven compose “L’Arciduca” (opera 97), uno dei suoi capolavori. Ma a Orta di Atella è tutta un’altra musica.
Mario De Michele