Ennesimo stop del Tar Campania al trasferimento presso il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano dei 15 dipendenti del soppresso ente di bonifica della Valle Telesina. Con ordinanza emanata a margine della camera di consiglio tenutasi lo scorso mercoledì, la prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale presieduta dal Giudice Cesare Mastrocola ha sospeso l’efficacia anche della delibera n. 176 del 3 aprile scorso con la quale la giunta regionale della Campania aveva nuovamente disposto l’immissione in servizio del personale nel consorzio casertano, che così subirebbe passivamente non solo l’incremento del proprio organico ma soprattutto sarebbe chiamato ad accollarsi gli arretrati previdenziali e assistenziali per oltre 8 milioni di euro che i 15 amministrativi dell’ex Valle Telesina si portano dietro da anni. Una somma ingente destinata a portare al fallimento l’Ente Sannio Alifano, aspetto questo che è stato rimarcato dai giudici e posto a fondamento della decisione di bloccare il trasferimento del personale “considerato per esigenze di definitiva collocazione dei dipendenti, nonché per assicurare temporaneamente equilibrio di gestione al Consorzio ricorrente”. In tal modo, in accoglimento della richiesta formulata dai difensori del Consorzio Luigi Maria D’Angiolella ed Eleonora Marzano, il Tar ha stoppato ancora una volta il passaggio dei dipendenti al Sannio Alifano, confermando così la fondatezza delle ragioni addotte finora dall’amministrazione Cappella avverso il trasferimento con tanto di diversi milioni di euro di arretrati verso enti previdenziali e assistenziali a fini pensionistici. La sospensiva concessa nei giorni scorsi è solo l’ultima in ordine di tempo, la terza per l’esattezza, dopo la prima sulla nota con cui, nel maggio 2012, la Regione Campania ed il commissario liquidatore del disciolto consorzio della Valle Telesina Catenacci avevano invitato il Presidente dell’Ente di viale della Libertà Prof. Pietro Andrea Cappella ad organizzare gli adempimenti necessari per attivare concretamente il trasferimento dei 15 dipendenti amministrativi del soppresso Consorzio beneventano presso gli uffici del Sannio Alifano; e la seconda lo scorso ottobre all’esito del ricorso alla Corte Costituzionale, la quale aveva censurato la mancata istruttoria sulla legge 11 del maggio 2012 da parte della stessa regione. In quella sede, difatti, il Tar aveva stabilito che la Regione Campania avrebbe dovuto “compiere la necessaria attività istruttoria specificata nella sentenza della Corte Costituzionale, da ritenersi preparatoria e strumentale all’adozione di provvedimenti amministrativi di attuazione della volontà legislativa, assicurando la più ampia partecipazione ai sensi della legge 7 agosto 1990 n. 241 al Consorzio ricorrente ed alle parti sociali interessate”, assente dal momento che il Consiglio regionale della Campania approvò la legge senza tenere conto delle conseguenze e dei risvolti negativi della stessa. “Dispiace per i lavoratori, ai quali ribadisco ancora volta la massima solidarietà e comprensione delle loro ragioni, anche in virtù dell’ultradecennale stato di incertezza occupazionale in cui vivono e delle drammatiche condizioni economiche con le quali sono costretti a fare i conti atteso che da oltre un anno non percepiscono lo stipendio – dichiara il presidente Cappella – ma ancora una volta giustizia è fatta atteso che il Tar ci dà ragione e riconosce le motivazioni addotte dal Consorzio che non può e deve fallire per una legge sbagliata. Certamente non può ricadere su oltre 26 mila consorziati una scelta errata fatta dalla politica, a noi tocca difendere l’Ente nonostante ci sia qualcuno che strumentalizzi questa situazione per screditare l’attuale amministrazione, dimenticando che prima di tutto e di tutti vengono gli agricoltori e la sopravvivenza del Consorzio”.