E’ rinchiuso nel carcere di Quarto d’Asti, in attesa della convalida dell’arresto, Pasqualino Folletto, che ieri ha confessato l’omicidio della tabaccaia astigiana Maria Luisa Fassi. L’uomo ha indicato ai carabinieri la zona, alla periferia di Asti, in cui si è disfatto dell’arma del delitto, un coltello con cui si è accanito sulla vittima.
Una rapina di 800 euro finita nel sangue: “Ho perso la testa”, ha detto ai militari. Le ricerche del coltello, fino ad ora senza esito, riprenderanno oggi. Quarantacinque coltellate per una rapina di appena 800 euro. Svolta nelle indagini per l’omicidio di Maria Luisa Fassi, 55 anni, uccisa lo scorso 4 luglio nella sua tabaccheria di Asti. “Non so spiegarmi perché l’ho fatto: alle urla di quella donna ho perduto la testa”, ha confessato Pasqualino Folletto, magazziniere incensurato di 46 anni, alle spalle una difficile situazione economica e familiare. I carabinieri lo hanno fermato al termine di quello che hanno definito un “meticoloso incrocio di numerosi elementi investigativi”. “Quando ha confessato era un uomo disperato”, afferma il sostituto procuratore Luciano Tarditi. “Domani presenterò richiesta di convalida dell’arresto al gip”, aggiunge il magistrato, che ha coordinato le indagini dei Carabinieri del Comando provinciale di Asti in collaborazione con Ros di Roma, Torino e Milano, Ris di Parma e Racis di Roma. L’uomo era già stato ascoltato nei giorni scorsi dagli investigatori perché la sua auto, una Renault Megane grigia, compariva nelle immagini delle telecamere di sicurezza davanti alla tabaccheria di via Volta all’ora dell’omicidio. La vettura, che è stata sequestrata, era parcheggiata in senso inverso a quello di marcia, in modo che la portiera del guidatore fosse dalla parte del marciapiede. Interrogato, il magazziniere ha negato di essersi trovato nella zona del delitto, facendo insospettire gli inquirenti che hanno così avviato ulteriori accertamenti nei suoi confronti. Fermato nella tarda mattinata, Folletto ha raccontato di essere arrivato davanti alla tabaccheria, che ogni tanto frequentava, poco dopo le 7 dello scorso 4 luglio e di avere atteso l’orario di apertura. “Volevo i soldi, poi non so cosa è successo, non ci ho capito niente”, è la versione dell’uomo, che si è accanito sulla tabaccaia con un coltello della sua cucina, mai ritrovato. L’avrebbe buttato alla periferia di Asti, in una zona dove sono in corso le ricerche dei carabinieri. “I vestiti? Li ho bruciati con le scarpe nella ditta in cui lavoro”, è un’altro passaggio della confessione, in cui il magazziniere – tre figli, di cui uno malato, e una situazione economica definita da lui stesso “pesante” – ammette anche di avere ripulito l’auto e di avere buttato via i tappetini. Ad annunciare l’arresto di Folletto un tweet del ministro dell’Interno, Angelino Alfano: “Abbiamo arrestato il presunto assassino di Maria Luisa Fassi, uccisa ad #Asti. I reati calano, le catture aumentano. #Carabinieri #Statopiùforte”, le parole sul social del titolare del Viminale, che proprio nei giorni scorsi aveva tenuto a Roma un vertice sulla sicurezza ad Asti, la cui tranquillità era stata all’improvviso sconvolta dall’efferato omicidio della tabaccaia e da altri fatti di sangue. “Speriamo che la fiducia riposta dagli astigiani nelle istituzioni e negli organi dello stato che stanno lavorando indefessamente, possa quanto prima portare alla scoperta dei responsabili anche degli altri delitti”, commenta il sindaco, Fabrizio Brignolo. Il primo cittadino ringrazia i carabinieri “per la soluzione del terribile omicidio”. E rivolge “un pensiero particolarmente caro e affettuoso alla famiglia Fassi: la conoscenza della persona arrestata non potrà lenire il dolore indicibile della perdita di Maria Luisa – conclude – ma era un loro diritto conoscere la verità”.