Nel giorno in cui si celebra l’Assunta in Cielo l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, rivolge uno sguardo con la sua omelia verso le categorie del disagio sociale «migranti, disoccupati, anziani, ammalati, carcerati, giovani in cerca di speranza e di giustizia». «A questi nostri fratelli – ha detto Sepe nella celebrazione che si è tenuta alle 11 in cattedrale – apriamo le nostre braccia e i nostri cuori per dare testimonianza dell’amore di Cristo e della fede che è in noi, preoccupandoci non di chi pensa in maniera diversa da noi, ma della fame di pane e di giustizia, nonché degli aneliti di libertà e di futuro di quanti approdano alle nostre coste e bussano alle nostre porte in nome dell’appartenenza alla stessa famiglia umana». Sepe ha rivolto un pensiero anche ai tanti turisti presenti in Duomo che hanno scelto Napoli per qualche giorno di relax. «Mi rivolgo a quanti – ha detto il cardinale – provenienti da altre Nazioni, hanno imparato a conoscerla, ad amarla e a viverla, ma soprattutto per la sua capacità di accogliere generosamente e senza riserve coloro che da sempre e continuamente hanno cercato qui ristoro, riparo, ospitalità».