‘Amareggia che, nonostante gli episodi di giugno, si sia andati avanti a muoversi nell’illegalita’. Ora bisogna aspettare che la giustizia ordinaria e la giustizia sportiva facciano il loro corso e svolgano le loro indagini”. Cosi’ Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione italiana calciatori, commenta – con Sky Sport 24 – le ultime vicende del Calcioscommesse, sottolineando che ”serve l’appoggio di tutti per uscire da questa impasse”.
A questo punto, secondo Tommasi, bisogna agire ”valorizzando quei giocatori che pensavano di giocare partite vere”. E’ emerso infatti che i promotori delle combine ”non andavano a contattare un’intera squadra, andavano su persone singole”: dunque – sottolinea il n. 1 dell’Aic – occorre ”valorizzare chi lo sport e la professione di calciatore la svolge nel migliore dei modi” e ”fare quadrato” tutti insieme contro l’illegalita’, ”giocatori, dirigenti, societa’ e tifosi”. Le cifre che girano per le partite che sarebbero state truccate evidenziano, per Tommasi, la ”discriminante tra comportarsi bene e agire nell’illegalita’ per arricchirsi”. ”A breve ci vedremo con tutti i rappresentanti di serie A, B e Lega Pro perche’ credo che serva guardarsi negli occhi e capire come condannare chi agisce male”, prosegue il presidente dell’Assocalciatori nell’intervista a Sky Sport 24, invitando comunque a evitare criminalizzazioni e a non chiamare in causa, come e’ avvenuto a giugno, persone che poi non c’entravano. ”Ci vuole fermezza, ma anche certezza e chiarezza, e non e’ facile”, sottolinea. Un commento su Doni e Sartor, coinvolti nell’indagine della procura di Cremona? ”Il primo pensiero va alla persona, alla famiglia, al loro passato e al loro presente: sono sotto pressione fortissima, devono essere lasciati a meditare e capire come uscire da questa situazione molto delicata”, afferma Tommasi. Quanto alla proposta autosospensione per gli indagati, ”il dibattito e’ sempre aperto, sempre di attualita”’. ”Va guardata la persona, sono scelte che individualmente ognuno fara”’, rileva il presidente dell’Aic, sottolineando l’importanza di rispondere alla propria coscienza. ”Chi e’ sotto indagine non deve essere dichiarato gia’ colpevole, ma neppure innocente”. conclude Tommasi.