Il gip Egle Pilla ha respinto la richiesta di revoca della misura cautelare nei confronti del parlamentare del Pdl Nicola Cosentino, accusato di corruzione, falso e riciclaggio nell’ambito di un’inchiesta sulle attivita’ del clan dei Casalesi. I difensori del deputato, Stefano Montone e Agostino De Caro, avevano chiesto la revoca dopo l’interrogatorio reso da Cosentino al gip.

Successivamente i difensori del deputato avevano depositato una memoria difensiva con riferimenti alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e all’altra vicenda giudiziaria per la quale il parlamentare e’ imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il giudice pero’ non ha accolto la richiesta anche perche’, ha spiegato nel provvedimento, l’ordinanza di custodia cautelare era gia’ stata confermata dal Riesame. Inoltre, secondo il gip, dagli interrogatori degli altri indagati emergono elementi che contrastano con la tesi difensiva di Cosentino. A proposito delle esigenze cautelari, il giudice confuta poi la tesi degli avvocati secondo cui Cosentino, che non e’ piu’ sottosegretario, sia ormai un politico di secondo piano, fortemente colpito dalle inchieste nelle quali e’ coinvolto. Il parlamentare, osserva infatti il giudice, e’ ancora coordinatore regionale del Pdl e, anche grazie all’importanza delle aziende controllate dalla sua famiglia, mantiene un ruolo di spicco nell’economia nazionale. Secondo l’accusa, Cosentino ottenne da dirigenti dell’Unicredit di Roma un finanziamento di cinque milioni per una societa’ legata al clan dei casalesi che palesemente non aveva i requisiti per poter ottenere il credito e che si apprestava a realizzare un centro commerciale abusivo nel Casertano.

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