Non bastano le cifre che fotografano una situazione del tutto fuori controllo. Al Pdl il blitz dell’Agenzia delle entrate a Cortina proprio non piace. Quei funzionari del Fisco in giro per la celebre località turistica nei giorni di Capodanno rappresentano uno spettacolo da non replicare, tuonano dall’ex maggioranza di Berlusconi,

mentre la Lega chiede polemicamente che analoghe azioni vengano fatte anche al Sud. Nel mirino finisce direttamente Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate e presidente di Equitalia, il “profeta” del fisco “forte e gentile”  caldeggiato da Tremonti. “L’Agenzia delle entrate non deve assumere una configurazione politica, mediatica e anche propagandistica” tuona Fabrizio Cicchitto, al quarto giorno consecutivo di esternazioni sull’argomento. Befera, dice il capogruppo Pdl alla Camera, “non è all’altezza di ruoli e compiti che, lo ripetiamo, richiedono sobrietà e senso di responsabilità”.

Segue a ruota il deputato Osvaldo Napoli (pdl) che denuncia come “solleticare sentimenti di rivalsa o di odio sociale sia l’ultimo gradino della deriva dell’Italia”. La premessa di ogni commento è sempre uguale: il governo Berlusconi ha fatto moltissimo contro l’evasione e nessuno contesta i controlli, ma il modo in cui sono stati fatti. Però, poi, il fuoco di fila è diretto. Secondo Giancarlo Galan, ex governatore veneto e ministro del governo Berlusconi, il blitz a Cortina sa di “trovata propagandistica”, fatta da “un fisco poliziesco”.

Il sistema delle Agenzie delle Entrate, aggiunge Galan lanciando una stoccata all’ex collega Tremonti, “non mi piace, è stato costruito in un modo odioso, eliminando cose che non funzionavano, ma anche ciò che andava bene e creando un qualcosa che non va”. Chiede che il fisco guardi anche oltre il confine del Po Maurizio Paniz, componente della commissione Giustizia della Camera: “Vedremo se lo stesso avverrà a Capri, Taormina o in Costa Smeralda perché il Nordest non deve continuare a sostenere, con l’impegno dei suoi lavoratori, il peso del resto d’Italia”.

Ancora irritato è il sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, che minaccia cause per danni di immagine e bolla le informazioni sul blitz dell’Erario come “incomplete, superficiali e costruite solo per creare un caso”. “Contro l’evasione si sta sviluppando lo stesso odio qualunquistico e giacobino che circola da mesi contro la politica – afferma Francesco Pionati, segretario dell’Alleanza di centro – . Così il Paese si avviterà sempre più in una spirale senza via d’uscita, con un aumento della violenza”. Ma anche alla Lega il blitz non è andato giù. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, si dice convinto che tutta la faccenda sia un attacco ai primati turistici del Veneto, mentre l’ex sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, invita gli ispettori a rivolgere le proprie attenzioni alle “riviere marine e le città turistiche nelle quali c’è l’abusivismo degli insediamenti mafiosi”. Voci critiche si alzano ancora dai commercianti. “Uno show mediatico che non si è visto “nemmeno per la cattura di un boss mafioso”, taglia corto la Confcommercio di Cortina d’Ampezzo.

Dietro il caso Cortina, però, i dati danno ragione all’Agenzia delle Entrate 3 e i controlli proseguiranno: “Al di là di singole località ci dobbiamo aspettare ulteriori attività di questo genere, ma non ci sarà bisogno di aspettare quest’estate, la stagione invernale è ancora lunga. Ce le dobbiamo aspettare anche in altre località di turismo tipicamente invernale” spiega Luigi Magistro, direttore dell’accertamento all’Agenzia delle entrate. Il direttore Befera, invece, ironizza sulle polemiche: “A Cortina – dice – abbiamo fatto andar bene gli affari, in quel giorno. I ristoranti hanno aumentato i loro ricavi del 300% rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente. Quindi non abbiamo danneggiato il turismo, tutt’altro: abbiamo favorito gli esercizi commerciali”.

Rispondendo a una domanda su una datata dichiarazione di Silvio Berlusconi (“se uno Stato mi chiede il 50% di quello che guadagno mi sento moralmente autorizzato ad evadere”), Befera aggiunge: “Se si dice che evadere è giusto vuol dire che non siamo in un mondo civile. In ogni caso se i controlli li abbiamo fatti a Cortina non è per un pregiudizio verso qualcuno, ma perché sapevamo, segnalazioni alla mano, a cosa andavamo incontro”. “I controlli – conclude Attilio Befera – si faranno ancora” e “gli italiani devono decidere che cosa vogliono. E lo dico a chi, come Beppe Grillo, sull’argomento mi pare in confusione. Perché a parole tutti sono d’accordo a fare la lotta all’evasione, ma solo quando non li riguarda”.

 

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