Il gip Livia De Gennaro ha archiviato l’inchiesta sulla strage di via Caravaggio, avvenuta nel 1975 in un appartamento di Napoli, dove furono massacrate tre persone componenti di un unico nucleo familiare. Il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero contro la quale aveva presentato opposizione la nipote di una vittima. Il legale di quest’ultima, Gennaro De Falco, aveva chiesto, anche sulla base di un rapporto della Polizia, nuovi accertamenti del dna su alcuni reperti conservati nel deposito del tribunale. Da un precedente esame del dna, eseguito dalla Polizia Scientifica, era risultato che sui alcuni mozziconi di sigarette e uno straccio insanguinato vi erano tracce ritenute compatibili con il profilo genetico di Domenico Zarrelli, nipote di una delle vittime, che fu processato e poi assolto con sentenza definitiva dall’accusa di essere l’autore del triplice delitto. Altre tracce erano invece attribuibili a persone ignote. Nei confronti di Zarrelli, in ogni caso, non si sarebbe potuto procedere in base al principio del “ne bis in idem” ovvero l’impossibilità di processare un imputato due volte per lo stesso reato. A quanto si è appreso, il gip non ha escluso l’ipotesi che le tracce potessero essere in qualche modo contaminate.