Parigi ripiomba nel terrore, colpita da una serie di attacchi di matrice islamica che in molti già definiscono l’11 settembre francese. Attentati in sei luoghi diversi, un’azione coordinata e rivendicata dall’Isis che, secondo le ultime stime, ha causato oltre 120 morti e 200 feriti, un’ottantina dei quali in gravi condizioni. Sono almeno otto i terroristi morti, almeno uno dei quali era un kamikaze.
Nel mirino anche lo Stade de France, dove era in corso l’amichevole Francia-Germania e dove si trovava anche il presidente Francois Hollande, e il teatro Bataclan, dove un centinaio di persone è stato a lungo tenuto in ostaggio. Di fronte al più grave attentato nella storia del Paese, le autorità hanno proclamato lo stato di emergenza in tutta la Francia e hanno ristabilito i controlli alle frontiere. Orrore al Bataclan L’attacco più sanguinario è quello che si è verificato al Bataclan, nell’XI arrondissement, dove era in corso il concerto del gruppo americano degli Eagles of Death Metal. Una vera e propria carneficina, portata a termine da terroristi con addosso cinture esplosive. Sono entrati sparando sulla folla, poi hanno preso in ostaggio un centinaio di persone fino al blitz condotto dalla polizia. Secondo testimoni, uno di loro urlava “Allah u Akhbar”. Si parla di un numero di morti compreso fra 80 e 120. Uno spettatore riuscito a fuggire ha raccontato: “C’era sangue dappertutto, hanno tirato con un fucile a pompa sulla folla”. Un altro ha riferito che i terroristi “hanno ucciso a freddo molti ostaggi, poi ricaricavano e ne uccidevano altri”. Esplosioni allo stadio In diretta televisiva l’assalto nella zona dello Stade de France, mentre nell’impianto si giocava Francia-Germania. Una serie di esplosioni ha fatto tre morti, ma non è ancora chiaro se fra le vittime siano conteggiati dalle autorità anche due terroristi che si sono fatti saltare in aria. Il presidente Hollande si trovava in tributa ed è stato tempestivamente evacuato dalla sicurezza. Al diffondersi delle notizie degli attentati è scoppiato il panico nell’impianto sportivo. Successivamente sono stati evacuati tutti gli spettatori e i giocatori. Gli altri attacchi Le altre azioni terroristiche hanno preso di mira il bar La Belle équipe in rue de Charonne, dove si registrano 18 morti, boulevard Voltaire, dove è morta una persona, la pizzeria La Casa nostra in rue de la Fontaine au Roi, dove sono morte 5 persone, e il café Carillon in rue Alibert, dove le vittime sono 14. La rivendicazione dell’Isis Presto è arrivata una rivendicazione dell’Isis. “La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa”, si legge sul canale “Dabiq France”, la rivista francese dello Stato islamico. Altri messaggi jihadisti intanto minacciano: dopo Parigi, ora “tocca a Roma, Londra e Washington”. Hollande annuncia lo stato di emergenza Il presidente Francois Hollande, visibilmente scosso, in diretta tv ha annunciato lo stato di emergenza su tutto il territorio francese e il ripristino dei controlli alle frontiere. Enorme il dispiegamento di forze a Parigi, dove oggi non funzioneranno gli uffici pubblici. Intanto Air France ha fatto sapere che gli aerei della flotta voleranno, anche se potrebbero esserci ritardi dovuti alle misure di sicurezza eccezionali introdotte per far fronte alla situazione. Solidarietà da tutto il mondo Solidarietà alla Francia è arrivata, tra gli altri, dagli Stati Uniti, dalla Cina, dal Vaticano, dall’Unione europea e dall’Italia. Il presidente Usa Barack Obama ha avuto un colloquio telefonico con Francois Hollande: i due hanno rimarcato che i due paesi “continueranno a lavorare insieme e con altri Paesi nel mondo per sconfiggere il flagello del terrorismo”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al suo omologo d’oltralpe in cui si dice “sgomento”. Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha dichiarato, dal canto suo, che l’Italia piange i morti di Parigi. Il ministero dell’Interno ha fatto sapere di avere innalzato il livello dei controlli in Italia mentre in mattinata verranno prese ulteriori decisioni in questo senso.