Spreco di denaro pubblico denunciato: 13 miliardi di euro; denaro pubblico recuperato: circa 3 miliardi. Non e’ il saldo di attivita’ di un corpo speciale della Finanza o il frutto di una ‘spending review’ messa in atto contro la crisi economica, ma il bilancio di 12 anni di programmazione di ‘Striscia la notizia’, la trasmissione di Antonio Ricci in onda su Canale 5.

A dare la valutazione del risparmio pubblico a seguito delle inchieste di ‘Striscia’ dedicato a opere incompiute o mai utilizzate e’ il libro di due docenti di Finanza Aziendale dell’Universita’ Bocconi, Maurizio Dallocchio e Emanuele Teti, ”La rilevanza sociale, culturale ed economica di ‘Striscia la notizia’ (Egea) in cui e’ stilato un database riassuntivo dei servizi facenti parte della categoria ‘Sprechi & Incompiuti’ proposti dal programma dal 1988 al 2010. Degli 840 servizi presi in esame, si legge nel volume, la valutazione economica e’ quantificabile solo nel 37,47% dei casi. Quindi per i servizi in cui questa valutazione e’ possibile lo spreco di denaro pubblico denunciato e’ stato pari a 13.000 milioni di euro a fronte del recupero di circa 3.000 milioni. In quest’ultimo caso si intende l’ammontare di denaro pubblico che viene ‘riscattato’ e quindi recuperato nel caso in cui l’opera precedentemente incompiuta o inutilizzata a seguito delle denunce del programma diventa effettivamente operativa. Nel libro i due docenti hanno calcolato anche gli effetti dell’inflazione sui capitali investiti per le opere pubbliche citate da ‘Striscia’ determinando per i risultati del programma una somma ben piu’ alta: pari a circa 58.000 milioni di spreco denunciato a fronte di un ammontare recuperato pari a 7.800 milioni di euro. Il volume e’ il risultato di una ricerca condotta dal CReSV, Centro ricerche su Sostenibilita’ e Valore dell’Universita’ Bocconi e finanziata da Rti, la controllata di Mediaset per le reti televisive.

 

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