Poco prima delle cinque di questa mattina la tensione, nella sala operativa del 113, in questura, si affievolisce. Il bilancio di quella che tradizionalmente è considerata una notte di «guerriglia» può considerarsi soddisfacente: i feriti a Napoli, per scoppio di fuochi d’artificio sono 17; soltanto 8 nell’area metropolitana.

Ma il dato che rende maggiormente soddisfatti gli operatori di sicurezza è l’assenza di morti. Questo risultato premia un’attività sinergica sia di prevenzione, sia di intelligence e infine di repressione compiuto da Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia di Stato. I numerosi sequestri di «botti micidiali» compiuto nell’ultimo mese, hanno dato una stangata a un mercato che negli anni scorsi non ha mai conosciuto crisi. Il costante lavoro di monitoraggio svolto dalle Volanti dell’Ufficio di prevenzione generale della polizia, sotto il costante indirizzo di attività del primo dirigente Michele Spina, ha permesso di creare una mappatura del territorio, in quei quartieri dove storicamente è maggiore la vendita di veri e propri ordigni, per poi spianare la strada all’attività di repressione, con sequestri e distruzione dei materiali. Una strada, pare di capire, anche se non vi sono al momento conferme ufficiali, che sarà riproposto per anni a venire. Analoga attività hanno compiuto Carabinieri e Guardia di finanza nell’hinterland dove più capillare è la loro presenza sul territorio. I numeri, in quantità di materiale esplosivo sequestrato e distrutto parlano da soli, così come il minor lavoro svolto nei pronto soccorso. Il ferito più grave è un uomo di 62 anni, che ha riportato l’esplosione traumatica del glopo oculare e ustioni profonde al volto e alla mano destra. Tutto per lo scoppio di un maxipetardo confezionato male e che è esploso non appena è stato dato fuoco alla miccia. La prognosi funzionale per la vista è ancora riservata. Per gli altri feriti giunti negli ospedali cittadini e nei presidi di urgenza ancora operativi in provincia, sono state curate ustioni di primo e secondo grado alle mani

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