Proseguono a tutto campo le indagini sugli omicidi di Luigi Di Rupo, il pregiudicato di 24 anni ucciso in un agguato a Melito (Napoli) martedì scorso, e di Maikol Giuseppe Russo, il 27 enne vittima di un raid la notte di San Silvestro, nel quartiere di Forcella a Napoli. Tante le ipotesi, poche le certezze al momento. Per quanto concerne Di Rupo i carabinieri stanno passando al setaccio le ultime ore della vita del giovane, chi ha incontrato, con chi aveva appuntamento. In questo senso vanno le attività delle ultime ore. Gli investigatori in questa fase delle indagini non tralasciano nessuna ipotesi, neanche quella dello scambio di persona, che comunque non è considerata la più accreditata. Di Rupo, infatti, è stato ucciso con quattro colpi di pistola, di cui due alla schiena. Difficile pensare – è il ragionamento – che non fosse lui l’obiettivo dei sicari. Ecco perche’ in questo caso tutto sembrerebbe rientrare nelle dinamiche interne ai regolamenti di conto tra clan. Per Maikol Giuseppe Russo, invece, resta in piedi l’ipotesi che sia rimasto vittima del fenomeno della ‘stesa’, i raid in motocicletta che, da tempo, gruppi di giovani delinquenti appartenenti a clan in lotta mettono in atto con sortite nei diversi quartieri sparando all’impazzata allo scopo di terrorizzare ed esercitare il loro predominio sul territorio. Proprio di una ‘stesa’ fece le spese Genny Cesarano, il 17 enne ucciso a settembre scorso al rione Sanità. In seconda battuta non si tralascia l’idea che il bersaglio potesse essere un altro nell’ambito di un regolamento di conti tra cosche attive a Forcella. Gli inquirenti non escludono nemmeno la possibilità di un collegamento tra i due episodi ma allo stato, al di là di una certa somiglianza tra le due vittime, non ci sarebbero elementi certi a sostegno della tesi.