Ha parlato dei suoi rapporti con i vari prefetti succedutisi a Caserta, smentendo ogni tentativo di condizionamento, Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia imputato per concorso esterno in associazione camorristica. A partire dalla nota circostanza delle chiavi della Reggia di Caserta, dove Cosentino abitualmente andava a fare jogging, che gli furono sequestrate a casa suscitando parecchio clamore mediatico. “Quelle chiavi – spiega l’ex coordinatore regionale di Forza Italia e Pdl rispondendo in aula alle domande del pm della Dda di Napoli Alessandro Milita – me le diede tra il 2008 e il 2010, quando ero sottosegretario nel Governo Berlusconi, l’allora prefetto di Caserta Ezio Monaco, che credeva potessero servirmi per evitare di essere disturbato da altre persone mentre correvo; ma non fui io a chiedergliele, anche perché alla fine non le ho mai utilizzate. Come ogni casertano – prosegue Cosentino – avevo l’abbonamento annuale di 10 euro ed entravo alla Reggia quando apriva, alle 8.30. Durante la perquisizione infatti le chiavi furono trovate nelle stessa busta inviatami da Monaco, con ancora allegato il biglietto che mi aveva mandato. Le chiavi non le ho mai riconsegnate al prefetto per evitare di fargli uno sgarbo istituzionale”. L’ex sottosegretario riferisce anche dei suoi rapporti con l’ex prefetto Maria Elena Stasi, eletta nel 2008 parlamentare nel Pdl, condannata in passato per un appalto finito ad una ditta vicina al clan dei Casalesi e imputata con Cosentino nel processo sull’azienda di carburanti della sua famiglia. “Incontrai la Stasi nel 2006 in relazione all’iter di scioglimento per infiltrazioni malavitose del Comune di San Cipriano d’Aversa; sostenevo che si potevano mandar via i funzionari collusi invece di sciogliere interamente l’amministrazione, ma alla fine l’ente fu sciolto. Questo per dire che non ho mai condizionato la Stasi, nonostante quello che è stato detto; la verita è che lei ha pagato la simpatia manifestata per Forza Italia, in quanto dopo la vittoria di Prodi nel 2006 per 24mila voti, fu trasferita a Campobasso. Stessa situazione anche per l’allora sovrintendente della Reggia di Caserta Giovanna Petrenga. Entrambe, due anni dopo, le candidammo e furono elette”. Cosentino afferma di non aver mai orientato neanche le scelte del predecessore della Stasi, Carlo Maria Schilardi. “Lo incontrai nel 2002 e nel 2004 – racconta – gli parlai della Commissione d’Accesso a Mondragone, e del rilascio della certificazione antimafia alla società Eco4. In entrambi i casi fui spinto all’incontro, che non ho organizzato personalmente, su richiesta dell’onorevole Landolfi e dell’allora presidente del Consorzio rifiuti Caserta4 Valente. Su Mondragone, Landolfi temeva che dietro l’invio della commissione vi fossero pressioni politiche del senatore Lorenzo Diana”.

 

 

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