“Ho fatto bene il mio lavoro di padre, non ho la bacchetta magica per farlo tornare indietro”. Così Antonio, il papà di Maikol Giuseppe Russo, ucciso il 31 dicembre, per errore, in piazza Calenda a Forcella, quartiere di Napoli. “Ho 50 anni – dice – e con una bancarella in questa realtà ho cresciuto bene i miei figli”. “E chiedo rispetto per me, la mia famiglia e mio figlio – afferma – io non so nemmeno se riesco a superare questo momento per il dolore”. “Oggi – conclude – non mi interessa delle telecamere di video sorveglianza spente”.

 

 

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