‘Anno nuovo, dramma vecchio. Dopo i 66 suicidi di detenuti registrati nel 2011 il nuovo anno si e’ aperto con due nuovi casi. La situazione delle carceri resta invivibile e neanche il ”Piano carceri” presentato dal neo ministro Severino sara’ in grado di dare sollievo ad una situazione oramai diventata ingestibile con provvedimenti ordinari che non incideranno significativamente su un sovraffollamento da tutti ritenuto la principale causa del disagio dei detenuti di cui il suicido rappresenta l’espressione piu’ inquietante e vero ”evento sentinella” su cui riflettere”. E’ quanto denuncia, in una nota, Psichiatria democratica.

”Le cifre prodotte dal Ministero di Giustizia sono eloquenti: 66.897 detenuti, di cui 24174 stranieri, per 45.770 posti regolamentari; 27251 imputati e 38023 condannati definitivi. Tutti costretti a vivere la detenzione senza prospettive, senza alternative alla permanenza in celle sovraffollate giorno e notte (salvo le ore d’aria), con scarsissime attivita’ riabilitative”, si legge sempre nella nota. ”Occorre quindi affrontare il problema con strumenti diversi da quelli usati o riattivare quelli gia’ previsti dalla normativa ma, prima di tutto, occorre interrompere la deriva securitaria ( gli OPG contro i quali ci stiamo spendendo senza sosta sono l’altra faccia della medaglia) che ha grandemente contribuito – si legge ancora nella nota – a creare la situazione attuale: il carcere deve ritornare ad essere la risposta ultima ai fenomeni di devianza”. Psichiatria Democratica auspica – attraverso Cesare Bondioli ed Emilio Lupo, rispettivamente resp. Nazionale Carceri e OPG e Segretario Nazionale dell’Associazione – che anziche’ ricorrere a provvedimenti tampone, che tali poi nemmeno sono, si avvii un ripensamento complessivo delle politiche carcerarie e invece di costruire nuovi carceri, si riducano le presenze negli attuali dando corso alle misure alternative alla detenzione in carcere gia’ previste dall’ordinamento e utilizzando i fondi della Cassa Ammende per i loro fini istituzionali di finanziamento di attivita’ trattamentali e rieducative e non solo per finanziare nuova (e sempre insufficiente) edilizia carceraria.

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