Premesso che:
le dune costiere, oltre a rappresentare un ecosistema meritevole di conservazione, svolgono un ruolo importante nella conservazione dell’eterogeneità geologica e della biodiversità;
come si evince dal dossier realizzato dal Corpo forestale dello Stato, pubblicato sulla rivista “Silvae”, anno VI, n. 14, luglio-dicembre 2010, “Le dune costiere per l’equilibrio Ambientale dei litorali sabbiosi”, a cura dei geologici M. Amodio, G. Bovina, C. Callori di Vignale, le dune costiere svolgono funzione di riserva di sabbia e di barriera morfologica, di protezione idrogeologica, fondamentale soprattutto in corrispondenza delle piane costiere alluvionali. Altrettanto importanti, in termini strategici, sono le funzioni ecologiche che le dune svolgono nell’ambito del sistema morfologico costiero: sostegno e protezione di altri ambienti ed ecosistemi, quali stagni, lagune e foci fluviali, boschi litoranei, agroecosistemi retrodunali;
da notizie in possesso degli interroganti, risulterebbe che presso Mondragone (Caserta), sul litorale ove si trovano dune costiere, si stiano realizzando strutture in cemento per la creazione di un punto di sbarco;
considerato che:
la Regione Campania in attuazione delle direttive del fondo europeo per la pesca (FEP) 2007-2013, asse IV, il 29 giugno 2012 ha adottato il decreto dirigenziale n. 141 con cui ha individuato e istituito il Gruppo di azione costiera (GAC) “Litorale domitio” come partenariato pubblico privato tra i 4 Comuni litoranei della provincia di Caserta (Castel Volturno, Mondragone, Cellole e Sessa Aurunca), con Mondragone come Comune capofila, e le associazioni operanti sul territorio nel settore della pesca, della nautica e del turismo per un totale complessivo di 13 soggetti; con lo stesso decreto, pubblicato sul Bollettino regionale della Campania n. 41 del 2 luglio 2012, è stato approvato il piano di sviluppo locale presentato dal GAC Litorale domitio;
con la delibera della Giunta comunale di Mondragone n. 104 del 12 novembre 2012 si è preso atto del decreto dirigenziale e si è aderito al progetto di investimenti di fondi europei per il settore pesca;
il 16 gennaio 2013 è stato formalizzato l’atto di convenzione tra la Regione Campania e i Comuni individuati nell’area GAC Litorale domitio, avente ad oggetto la regolamentazione e l’attuazione delle azioni previste dal piano di sviluppo locale, nel rispetto del cronoprogramma, nonché il fine di favorire, attraverso l’azione del GAC, il perseguimento degli obiettivi strategici dell’asse 4 e del pertinente piano di sviluppo locale;
sul Bollettino ufficiale della Regione n. 59 del 18 agosto 2014 viene pubblicato il bando e le linee guida per la progettazione e realizzazione di strutture per i prodotti ittici a miglio zero e adeguamento dei depositi di pesca FEP – Campania 2007-2013, “Misura 4.1 Piano di Sviluppo Locale (PSL) Gac Litorale Domitio, Azione 2.2.3. – Realizzazione di strutture per la vendita e somministrazione dei prodotti ittici a miglio zero e adeguamento dei depositi per la pesca”;
considerato altresì che:
per Mondragone è prevista la riqualificazione dell’esistente area individuata come punto di sbarco mediante la realizzazione di ricovero e attrezzature per la pesca, quale lotto funzionale di tutto l’intervento previsto per la misura 3.3 per un importo di 263.934,50 euro a carico del FEP;
con delibera della Giunta comunale n. 22 del 19 febbraio 2014, dichiarata immediatamente esecutiva, è stato approvato il progetto preliminare relativo alla realizzazione del punto di sbarco-ricovero e servizi a supporto dell’attività di pesca a Mondragone;
con determina del GAC n. 2/2015 è stato approvato l’impegno di spesa pari a 32.000 euro più IVA e cassa previdenziale con affidamento a professionisti in graduatoria, nella short list, per l’incarico di progettazione architettonica, progettazione strutturale e progettazione impiantistica con direzione lavori e coordinamento della sicurezza;
con delibera di Giunta comunale n. 113 del 3 luglio 2015 Mondragone approva l’intervento di riqualificazione dell’esistente area individuata come punto di sbarco mediante la realizzazione di un punto di sbarco- ricovero e servizi a supporto dell’attività di pesca; a questo atto vengono allegati documenti tecnico-amministrativi relativi alla realizzazione del sito. Tali atti, a quanto consta agli interroganti, non risulterebbero pubblici né consultabili neppure a seguito di richiesta di accesso agli atti formalizzata da consiglieri comunali, in evidente contraddizione con i principi in materia di pubblicità e trasparenza degli atti amministrativi;
con la citata delibera n. 113 si dà, quindi, atto che la somma complessiva dell’opera ammonta a 303.868,32 euro di cui l’IVA finanziata con fondi comunali per 39.933,82 e finanziamento FEP Campania per 263.934,50 euro, pari al 50 per cento del fondo totale destinato ai Comuni di Mondragone e Castel Volturno per l’attuazione della misura 3.3 di 527.869 euro;
con il parere del 5 agosto 2015 la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici per le province di Caserta e Benevento ha espresso parere favorevole, ai sensi dell’articolo 146 del decreto legislativo n. 42 del 2004, alla realizzazione del punto di sbarco, precisando tra le condizioni che le strutture da realizzare per il punto di sbarco, siano esclusivamente realizzate in legno, non modificando lo stato delle dune e dei cespugli di vegetazione spontanea;
il Comune di Mondragone con autorizzazione paesaggistica n. 14 del 9 novembre 2015, preso atto e condividendo i pareri favorevoli della Soprintendenza nonché della commissione locale per il paesaggio, ha concesso l’autorizzazione paesaggistica;
considerato inoltre che:
nel mese di settembre 2015, il Comune di Mondragone ha approvato la valutazione ambientale strategica (VAS) del piano di utilizzo della fascia costiera (PFUC), finalizzato all’utilizzazione compatibile della fascia costiera prevalentemente da destinare ad attività turistico-balneari;
in particolare, il PFUC individua, in corrispondenza del tratto di duna esistente e lungo l’intero fronte mare del parco territoriale delle dune, individuato dal piano regolatore generale, un’area capace di accogliere esclusivamente piccole strutture a carattere provvisorio e destinate a bar, piccola rivendita, noleggio ombrelloni o altro servizio relativo all’uso dell’arenile per attività di svago e sport, discoteca all’aperto e presidio sanitario e di primo soccorso;
si legge nel rapporto preliminare (pagina 18): «Ai fini della sostenibilità ambientale il PFUC ammette un numero massimo di cinque strutture a carattere provvisorio, con dimensioni e tipologie corrispondenti alle tavole di dettaglio e comunque di superficie coperta non superiore a 170 mq. La localizzazione indicata negli elaborati del PFUC non ha carattere vincolante. Le strutture, dovranno avere carattere provvisorio anche in relazione ai materiali utilizzati (legno. tensostrutture, componenti in acciaio). Il PFUC impone per tali interventi una localizzazione ad opportuna distanza l’uno dall’altro e dovranno prevedere la bonifica di un’ampia superficie di duna esistente. Il PFUC prevede che la localizzazione delle strutture dovrà essere valutata tenendo conto: 1. della condizione del sito rispetto alle necessità di tutela della duna esistente; 2. della opportuna distanza tra i diversi stabilimenti in relazione alle superfici di arenile ad essi annesse per lo svolgimento delle attività sportive e ricreative ammesse»;
considerato infine che, per quanto risulta agli interroganti:
i lavori di realizzazione del punto di sbarco, diretti dall’ingegner Follero, avviati in data 10 novembre 2015, risulterebbero interessare la zona identificata nel piano regolatore generale come parco dunale. Infatti, la delibera di Giunta comunale n. 113 con la quale si predispone la realizzazione dell’intervento non terrebbe conto che nel punto dove è previsto l’intervento esiste una duna naturale, con una sua funzione meccanica specifica atta ad evitare l’erosione dell’arenile, e che sulla stessa duna vi sia una vegetazione mediterranea, avente la funzione di contribuire alla realizzazione di una barriera per l’erosione della costa e della spiaggia;
inoltre, sull’area dove si sta realizzando l’intervento non ci sarebbe stata alcuna struttura a supporto dell’attività della pesca locale, diversamente da quanto invece indicato dal bando che espressamente parla di “adeguamenti di depositi di pesca”;
da documentazione fotografica in possesso degli interroganti risulterebbe che si sia proceduto alla realizzazione di due strutture con fondamenta in cemento direttamente nella spiaggia, e successivamente sia stata realizzata una pavimentazione sempre in cemento, di dimensione molto estesa, a copertura totale del perimetro occupato. Risulterebbe altresì che le strutture siano state realizzate anche con travi di ferro, con le coperture e le pareti esterne in pannelli coibentati in lamiera di acciaio, ciò in evidente contraddizione con le prescrizioni della Soprintendenza;
dai dati della Camera di commercio di Caserta risulterebbe che, nel 2014, le imprese attive nel settore della “pesca e acquacoltura” a Mondragone sarebbero 4 su 5 registrate,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto;
se ritengano opportuno sollecitare, nei limiti delle rispettive attribuzioni, la Regione Campania al fine di garantire una maggiore tutela e protezione delle dune costiere, alla luce delle loro funzioni fondamentali rispetto all’ecosistema, al fine di impedire che un’intera spiaggia venga cementificata;
quali siano i motivi per cui, diversamente da quanto indicato dal bando che espressamente parla di “adeguamenti di depositi di pesca”, si stia procedendo alla realizzazione di nuove strutture;
quali siano le ragioni per cui, nonostante le prescrizioni specifiche indicate dalla Soprintendenza, secondo le quali le strutture da realizzare per il punto di sbarco devono essere esclusivamente realizzate in legno e non modificando lo stato delle dune e dei cespugli di vegetazione spontanea, si stia procedendo alla realizzazione di strutture in cemento e lamiere coibentate;
quale sia stata la valutazione di impatto ambientale sul progetto che si sta realizzando per il ricovero delle barche dei pescatori;
se siano note le motivazioni a supporto della scelta di creare un punto di sbarco a giudizio degli interroganti così impattante sull’ambiente, considerato che le imprese attive nel settore della pesca e acquacoltura, nel 2014, a Mondragone risultavano soltanto 4.