Andrea Cozzolino, Umberto Ranieri, Nicola Oddati, Libero Mancuso. Ma anche Nicola Tremante, Enzo Amendola e Andrea Orlando. Ecco i nomi che hanno sul tavolo i magistrati della Procura di Napoli che hanno aperto un fascicolo sulla bagarre elettorale tutta interna al Partito democratico, che consacro’ la vittoria di Cozzolino su Ranieri per uno scarto di 208 voti, scatenando una lunga scia di polemiche e lacerazioni nel partito, commissariato poi da Roma. I pm coordinati dal Procuratore Aggiunto Rosario Cantelmo vogliono ascoltare come persone informate dei fatti non solo i quattro candidati alla competizione del gennaio 2011, ma anche i vertici del partito.
Forse non solo quelli locali. Un modo per avere “il maggior numero di elementi per capire se la malavita ha giocato un ruolo di primo piano” riferisce una fonte ben informata di Palazzo di Giustizia. Una marcia in piu’ all’inchiesta, e’ arrivata dall’audizione di una delle scrutatrici delle primarie. I suoi racconti hanno interessato molto i magistrati che hanno poi deciso di stilare la lista dei prossimi testi. Cozzolino, ex delfino bassoliniano, Ranieri, parlamentare di peso del Pd, Oddati, ex assessore alla cultura con Iervolino e l’outsider di Sel Mancuso potranno, in qualita’ di persone informate dei fatti, chiarire alcuni punti che restano oscuri. A cominciare da cifre esorbitanti per pacchetti di voti. L’affluenza in massa di cittadini cinesi. L’exploit di preferenze in alcuni quartieri dove, statistiche alla mano, il Pd non aveva mai preso tanti voti. Sono solo alcuni dei punti. L’attuale commissario provinciale del Pd Orlando potrebbe invece aiutare i magistrati a delineare gli scenari successivi alle primarie incriminate. L’ex segretario provinciale Tremante, cosi’ come il numero uno regionale Amendola, potrebbero fornire notizie in merito all’organizzazione della consultazione tra gli iscritti del Pd. Anche se non hanno partecipato solo iscritti. In Procura si preparano le convocazioni. Si valutera’ di volta in volta chi chiamare. Quando? “A breve”, risponde uno degli inquirenti.