E’ di nuovo polemica a Giugliano per la ricollocazione dei nuclei familiari Rom che da due anni e mezzo risiedono in una sorta di accampamento allestito a ridosso dell’ex discarica Resit. in loc. Masseria del Pozzo. L’insediamento fu istituito nel marzo 2013 e la comunità rom vi fu forzatamente spostata dopo essere stata allontanata più volte da altri campi informali. Quattrocentomila furono gli euro spesi per l’allestimento di un campo che, di fatto, sorgeva su di un’area risaputamente contaminata negli anni dallo sversamento, lecito e non, di rifiuti di ogni sorta. Il 7 agosto 2014 l’ennesima ordinanza di sgombero. Il campo allestito dal comune a all’interno di una vasta area contaminata stava sottoponendo le famiglie Rom, circa 400 persone, ad un elevato rischio del diffondersi di malattie infettive. L’ordinanza che prevedeva uno sgombero coatto in assenza di un abbandono volontario dell’area non prevedeva, tuttavia, una nuova sistemazione per la comunità che, tra l’altro, contava circa 260 minori. La svolta pochi giorni fa. Il comune ha individuato un’area, sempre nel comune di Giugliano, in loc. Ponte Riccio, nella quale costruire un”ecovillaggio” per le famiglie Rom. L’area che fino ad oggi era ad abita ad attività agricole sarà quindi trasformata in un “villaggio” composto da 44 moduli abitativi. Critici i consiglieri comunali di Forza Italia e del M5S che hanno proposto un referendum per lasciare ai cittadini la scelta sul da farsi. Si è spinto oltre Il consigliere regionale Armando Cesaro, figlio del più noto Luigi, detto “Giggin a’ Purpett”, sostenendo che i Rom dovrebbero semplicemente andare via da Giugliano. Una lettera di forte preoccupazione è stata inviata da diverse ONG al Ministro degli Interni e al Presidente della Regione, oltre che al Sindaco di Giugliano e alla Commissione Europea. Si tratta dall’Associazione Cinema e Diritti, dell’ Associazione Garibaldi 101,dell’ European Roma Rights Centre (ERRC) e dall’associazione OsservAzione che, nella lettera, hanno accolto con favore la chiusura del campo di Giugliano sia perché luogo di segregazione razziale sia perché situato in una zona altamente tossica, con gravi danni alla salute dei residenti. Tuttavia, hanno invitato le autorità a non collocare la comunità in un’altra forma di abitazione segregante. Diverse erano state le proposte sviluppare negli anni: si era parlato di affitto condiviso, di inclusione, di sistemazioni abitative condivise da Rom e autoctoni. Nella lettera si è inoltre sottolineato che “La Strategia Nazionale Italiana per l’inclusione dei Rom approvata dal governo italiano nel 2012 ha affermato che “le politiche di emergenza” per i Rom devono essere “superate”, evidenziando inoltre che la politica amministrativa dei “campi nomadi” ha alimentato negli anni il disagio abitativo fino a divenire da conseguenza, essa stessa, presupposto e causa della marginalità spaziale e dell’esclusione sociale per coloro che subivano e subiscono una simile modalità abitativa”. Si è quindi concluso invitando l’amministrazione di Giugliano, la Regione Campania ed il Ministro degli Interni ad intraprendere tutte le azioni possibili per garantire che le persone che vivono nel campo di Masseria del Pozzo vengano sostenute immediatamente per vivere in alloggi adeguati, non segregati e isolati ma integrati nel tessuto urbano, con accesso ai servizi e ai trasporti.
Luca Leva
Giulia Ambrosio