“Sono Gino Pollicardo e con il mio collega Filippo Calcagno oggi 5 marzo 2016 siamo liberi e stiamo discretamente fisicamente, ma psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia”. E’ quanto si legge sulla pagina Facebook dell’organo di stampa libico Sabratha Media Center, insieme a una foto che ritrae i due dipendenti italiani della Bonatti, rapiti nel luglio scorso in Libia e ora liberati, come anticipato questa mattina dall’inviato della Stampa Domenico Quirico.

La Farnesina ha confermato che si trovano ora sotto la tutela del Consiglio militare di Sabrata e sono in buona salute. E le famiglie hanno potuto parlare con loro. Prima la moglie di Pollicardo, originario di Monterosso (La Spezia). I parenti di Calcagno, nativo di Piazza Armerina (Enna), hanno invece dovuto attendere un poco di più. “Ho appena sentito al telefono mio padre, e’ libero- ha raccontato Gianluca, il figlio di Filippo Calcagno- sta bene, anche se e’ molto provato. Mi ha detto che in questo momento lui e Gino Pollicardo sono nelle mani della polizia libica e che non vedono l’ora di rientrare in Italia”. Calcagno e Pollicardo erano tenuti sotto sequestro in un appartamento della citta’ libica. Secondo quanto riferisce il sito informativo locale Akhbar Libya, nel momento della loro liberazione da parte delle milizie di Sabrata, i due italiani sono stati trovati in un appartamento che era controllato da un gruppo di uomini dell’Isis. Anche la pagina Facebook del gruppo libico Febbraio al Ajilat-2 -la stessa che giovedi’ ha pubblicato le fotografie dei corpi di Fausto Piano e Salvatore Failla, gli altri due italiani rapiti in Libia e trovati morti- ha confermato che sono stati liberati grazie a un “efferato blitz in un covo di Daesh”, l’acronimo arabo dell’Isis nell’Iraq e nel Levante. La loro liberazione è stata quindi annunciata dal Consiglio militare di Sabrata. “Due ostaggi italiani sono stati liberati (…) in Sabratha dopo irruzioni in diverse case a seguito di informazioni ricevute”, ha confermato il sindaco di Sabrata, Hussein al-Dawadi.

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