Partendo dal basso. E’ così, solo così che la Lokomotiv Flegrea si è costruita passo dopo passo. Senza finanziatori né sponsor, solo tanta voglia di mettere in piedi un progetto di sport popolare indipendente ed autofinanziato la cui filosofia – come si legge nel comunicato di denuncia pubblicato in questi giorni – presuppone l’accessibilità di tutti allo sport, indipendentemente dall’estrazione sociale, dal colore della pelle, dalle condizioni economiche, dalle abilità o difficoltà fisiche. Tanta fatica ed incalcolabili sacrifici hanno permesso a questa piccola poli-sportiva, nata nella periferia ovest di Napoli, di mettere in piedi una squadra di calcio, iscritta al campionato di Terza Categoria, oltre che una di basket ed una scuola calcio che permette a cento famiglie di Bagnoli e Cavalleggeri di far sport pagando – ma solo chi ne ha possibilità specificano – un contributo associativo di quindici euro. Il prossimo anno inaugureranno, inoltre, due squadre di pallacanestro giovanile e stanno già lavorando alla costruzione di una palestra popolare. Insomma, nel nulla della periferia qualcosa si muove e non certo grazie alla rivoluzione arancione di De Magistris che, anzi, insieme alla giunta, nulla ha fatto per sostenere questo progetto. E non si tratta di finanziamenti o sponsor – i ragazzi di Lokomotiv flegrea giurano di farne volentieri a meno – bensì di non aver mosso un dito per permettere l’utilizzo di uno spazio pubblico, a costi accessibili, nel riconoscimento e nel rispetto del ruolo sociale e politico che la polisportiva svolge all’interno dei quartieri Bagnoli e Cavalleggeri. Si, perché la Lokomotiv Flegrea nasce dall’esperienza di studenti, lavoratori, disoccupati e precari che si sono formati in alcuni collettivi napoletani ed alcune strutture occupate. Parliamo di chi, da anni, partendo da Bagnoli è riuscito a far assumere alla questione “bonifica” una valenza nazionale, allargando la mobilitazione contro speculazioni ed interessi sull’ex area Italsider a tutta la città. E qui veniamo al punto. Cosa vuole la Lokomotiv Flegrea? Non vogliamo l’elemosina, soldi, sponsor o borsoni, ma quello che ci spetta. Un campo di calcio di proprietà pubblica da poter utilizzare per alcune ore settimanali, a prezzi non di favore, ma umani. La piccola ma attivissima polisportiva avrebbe infatti speso negli ultimi tre anni circa 30.000 € per il fitto di campi da gioco privati. Tutti soldi frutto di collette, di iniziative di finanziamento, del sostegno di qualche sostenitore e delle sottoscrizioni per felpe, magliette, sciarpe e tute da gioco. Il campo della Nato, una volta andati via gli americani, è stato assegnato senza bando pubblico dopo essere rimasto bloccato per un anno. Dal campo dell’ex Italsider, che avevano occupato, sono stati sgomberati con la forza. Dal comune – denunciano – in questi tre anni solo promesse. E’ di questi giorni, invece, la notizia della nascita di una squadra di calcio di rifugiati politici africani. La squadra sarebbe organizzata dall’ associazione Funiculà e dalla Less, impresa sociale il cui direttore è l’ex assessore Riccio che, per conto del comune, gestisce il progetto IARA (Integrazione e acco-glienza per rifugiati e richiedenti asilo) Non è certo contro di loro che vogliono scagliarsi i ragazzi di Lokomotiv Flegrea che, anzi, si dicono contenti del fatto che il Comune abbia messo a disposizione dei richiedenti asilo un impianto sportivo di Capodimonte. A questo punto, però – hanno scritto nel comunicato – chiediamo che il co-mune di Napoli si prenda la responsabilità, davanti ai cittadini di Bagnoli e Cavalleggeri, di dire pubblicamente che il nostro progetto non vale nulla, che gli interventi che facciamo sul territorio sono risibili, che le pratiche di base non meritano sostegno. A quel punto prenderemo atto della posizione istituzionale e continueremo più convinti di prima sulla strada che abbiamo intrapreso fin dall’inizio: meglio soli che male accompagnati.

Luca Leva

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