Nella doppia veste di imprenditore ed amministratore comunale Alfonso Salzillo – secondo quanto scrive il Gip di Napoli nell’ordinanza di arresto eseguita questa mattina – avrebbe costituito a Santa Maria Capua Vetere la fonte di informazioni privilegiate per il clan dei Casalesi sull’attività di altri operatori, ed il trait d’ union tra la pubblica amministrazione e la cosca, in rappresentanza di Nicola Schiavone, figlio del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone. Al clan – secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta guidati da Giovanni De Risi – Salzillo, avrebbe fornito informazioni sull’ apertura di cantieri edili nel territorio di Santa Maria per permettere agli esattori della cosca di chiedere il pizzo. Secondo la DDA di Napoli, che ha coordinato le indagini, l’imprenditore, che in passato è stato presidente della locale squadra di calcio del Gladiator, avrebbe anche cambiato assegni bancari consegnati al clan da imprenditori vittime di estorsione. Sul fronte del presunto appoggio elettorale da parte della criminalità organizzata, secondo gli inquirenti Salzillo avrebbe poi promesso alle elezioni del 2011, la somma di 30 mila euro a due esponenti della locale cosca federata con i Casalesi, Pasquale Fava e Mario Mastroianni. Proprio le dichiarazioni di Fava, unitamente a quelle più datate di ex fedelissimi di Schiamone jr come Nicola Panaro e Roberto Vargas, sono state determinanti per ricostruire il quadro investigativo. Alle elezioni del 2011, vinte dall’ex sindaco Biagio Di Muro (oggi il Comune è commissariato) Salzillo fu eletto consigliere comunale con Forza Italia, poi passò nel Psi. Prima ancora, nell’amministrazione di centrosinistra guidata da Giancarlo Giudicianni, era stato assessore all’Ambiente. I carabinieri hanno sequestrato a Salzillo beni per 600mila euro. Si tratta di due imprese nel settore caseario attive a Curti (Caserta) e ad Ischia, due appartamenti, un fabbricato rurale, un terreno, titoli di credito e bancari. Già nel 2013 Salzillo fu indagato per reati di camorra ma la richiesta di arresto fu rigettata dal Gip ed in sede rito abbreviato fu prosciolto.


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