“Riscopriamo insieme la bellezza della vera politica intesa come cura del bene comune”. Queste le prime parole di Raffaele Cutillo, candidato a sindaco di Caserta, durante la conferenza stampa svoltasi stamattina al Gran Caffè Margherita. Un incontro con gli organi di informazione al quale hanno partecipato anche molti cittadini fortemente interessati alla proposta politica, appunto, dell’archietto che ha parlato a lungo ed a braccio della sua idea per il rilancio del capoluogo.
I MOTIVI DI UN IMPEGNO PERSONALE “Ho raccolto le istanze di pezzi di città – ha spiegato Cutillo – che mi hanno sollecitato a candidarmi e metterci la faccia. La mia è una proposta politica, il vento dell’antipolitica che molti vogliono seguire non mi interessa. Ma bisogna uscire fuori dalle logiche che hanno caratterizzato la politica fatta in questa città negli ultimi anni. Non sono apparentato con nessuno, la mia decisione non è alimentata da sollecitazioni politiche strutturate: la concezione nominale di un partito non mi appartiene assolutamente. Anzi, ho avuto il coraggio di dire ai politici di spessore ed ai portatori di voti che non li voglio. Stiamo strutturando un progetto di città ed i nomi dei candidati verranno dopo. Per ora mi guardo intorno e voglio intercettare coloro che hanno una tensione positiva verso questa proposta. A questo proposito voglio aggiungere che sono lontano dai nomi che sono iniziati a circolare dopo l’ufficializzazione della mia candidatura”.
LA PROSSIMA CAMPAGNA ELETTORALE “La campagna elettorale che intendo fare sarà di basso profilo, senza 6X3 o autisti che mi scarrozzano – ha detto l’architetto candidato a sindaco di Caserta – Questo sono io: voglio stare tra la gente, girare per Caserta, ascoltare le persone. A tal riguardo sto pensando ad un caravan per poter essere ovunque. Abbiamo bisogno di più di quanti verranno candidati nelle liste che mi sosterranno, persone che siano disposte a lavorare per la città in maniera disinteressata raccogliendo in maniera indiretta i benefici che sono di tutti. Non si può pensare che i consiglieri comunali, sia pur democarticamente eletti, possano rappresentare un’intera comunità. Penso alla figura del consigliere libero, diffuso. Serve un raccordo con i quartieri e con le frazioni che rappresentano l’identità moltiplicativa della città. Bisogna coinvolgere le professioni, i giovani, le associazioni, le esperienze positive del territorio come, ad esempio, lo è suor Rita Giarretta. Dobbiamo andare tutti verso la stessa direzione”.
LA LINEA DI DISCONTINUITA’ CON IL PASSATO “Negli anni passati sono stati commessi numerosi errori – ha ribadito Cutillo – Sono state sprecate enormi risorse, come i fondi Piu Europa che sono stati investiti malissimo con interventi disomogenei che non tengono conto di un quadro d’insieme, non è stato fatto un piano per un centro commerciale naturale in grado di rilanciare il commercio e l’economia, non è stata data una direzione politica alle licenze commerciali. La mia forma mentis, invece, mi porta proprio a fare il contrario: analizzare il problema nel suo complesso, nella sua stratificazione e strutturare l’intervento. C’è chi mi accusa di aver preso parte al processo di lottizzazione. Ma vorrei ricordare che si è applicata la legge secondo le regole date dalla politica cittadina di cui non facevo parte. Anzi. A tal proposito ho spinto molto perché si approvasse il preliminare del Puc ora, per sveltire la burocrazia. Ma non è stato fatto per utilizzare il Piano Ubanistico come strumento elettorale”.
LA REGGIA E LA RETE DI CITTA’ “Non possiamo parlare di Reggia – ha sottolineato Cutillo – non possiamo toccarla. Ma quello che possiamo fare è strutturare la rete che c’è intorno e metterla a sistema e sono sicuro che il direttore Felicori stia aspettando come il pane un sindaco con cui dialogare di queste cose. Ma non solo la Reggia. Caserta deve rilanciarsi facendo rete con altre città della provincia come Aversa, Marcianise, Capua, Santa Maria Capua Vetere. Bisogna smetterla con questa idea della casertanità chiusa: Caserta deve aprirsi all’esterno, facendo incoming di personalità importanti che vengano qui per lavorare per la città”.
LE PRIME COSE SU CUI INTERVENIRE “Qualora dovessi diventare sindaco – rivela Cutillo – Tra le priorità voglio fare due cose. La prima è affiancare giovani professionisti che abbiano una visione di città disinteressata ai dirigenti. La seconda è quella di spaccare il palazzo in termini di trasparenza. La città deve sapere tutto, essere responsabilizzata ed informata sul punto da cui si parte e sulla direzione in cui si va”.