Il ritratto è ancora incompleto. Mancano molte pennellate. Ma a poco a poco si sta delineando il volto di Franco Liguori. Che con un colpo a sorpresa potrebbe candidarsi a sindaco alle comunali di Aversa. L’esponente democrat occupa, per il momento, il posto migliore del tavolo messo in piedi dai gruppi che fanno capo all’europarlamentare Nicola Caputo, al consigliere regionale Gennaro Oliviero (entrambi del Pd), a Giuseppe Stabile, ad Antimo Castaldo e a Mimmo Palmieri. Col passare del tempo e con l’intensificarsi degli incontri, sempre più febbrili, salgono le quotazioni del candidato della lista dem alle ultime regionali. Liguori appare quello maggiormente in grado di unificare il variegato arcipelago di una coalizione molto eterogenea con sensibilità in qualche caso diversissime tra di loro. Uno schieramento che potrebbe estendersi anche a Salvino Cella, Sergio Di Meo (molto legato a Liguori) e Paolo Santulli diventando così un polo consistente. Il nome del condottiero dipende anche, e molto, proprio dall’eventuale accordo con chi oggi sostiene la candidatura a sindaco di Mariano D’Amore. Cella continua a dialogare a pelo d’acqua in particolare con Caputo. Per ora resta sulla barca di D’Amore. Ma è pronto ad attraccare nel porto dell’eurodeputato. Entro la fine di questa settimana ci sarà un quadro più chiaro. E il ritratto del capo team potrebbe essere completato. Liguori è favorito. Come dicevamo è meno divisivo degli altri aspiranti primi cittadini, come Guido Rossi (escluso dalle primarie del centrosinistra), Nicola Cinque (Pd) e Palmieri. Quest’ultimo, in caso di bocciatura, molto probabilmente saluterebbe tutti per approdare ad altri lidi. La discesa in campo di Liguori implicherebbe un impegno in prima persona di Caputo e Oliviero a sostegno del penalista contro il candidato sindaco dem Marco Villano. Il deputato europeo e il consigliere regionale si sono legati al dito l’esclusione di Rossi dalle primarie vinte da Villano. Per loro quella decisione è stata “uno schiaffo di Stefano Graziano” al quale reagire in ogni modo. Anche ingaggiando una guerra sanguinaria nel partito. Le conseguenze politiche sono imprevedibili. Mentre è certo che l’immagine del Pd aversano ne uscirebbe devastata.

Mario De Michele

 

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