I bambini che non hanno compiuto i tre anni non possono iscriversi alle scuole materne comunali. Questo prescrive la legge. Ma ad Orta di Atella, dove di legale è rimasta solo l’ora (quando si spostano le lancette in avanti di 60 minuti), non si rispetta più nulla soprattutto per il degrado della politica locale, che sembra un pozzo senza fondo. Per la serie: “al peggio non c’è mai fine”. Potrebbe venire alla luce infatti un altro caso di privilegi e favori ai soliti noti, e di conseguenza a discapito dei “poveri” cittadini. Da gennaio di quest’anno la nipote del vicesindaco Rosa Minichino (è la nonna) risulta iscritta alla scuola materna “Carducci”. E allora? Nulla di male. Se non fosse per il fatto che, a quanto ci risulta, la bimba frequenta l’istituto pur non avendo compiuto i tre anni di età. All’epoca dell’iscrizione infatti non aveva neanche 2 anni e mezzo. Ci troveremmo di fronte quindi a una palese e grave violazione di legge. Che ci induce a porci una serie di interrogativi. Primo. Com’è stato possibile consentirne l’iscrizione? La preside Maria De Marco è a conoscenza di questa anomalia, anzi irregolarità? Secondo. Ci sono altri bambini ammessi a frequentare la scuola pur non avendo compiuto tre anni? Terzo. Nell’anno scolastico in corso sono state rigettate richieste di iscrizione a bimbi con i requisiti previsti per legge a causa del sovraffollamento delle classi? Quarto. Quali criteri vengono adottati per accogliere o meno i bambini presso la scuola materna comunale? Quinto. Perché i cittadini “normali” devono essere costretti a sborsare una media di 150 euro mensili per mandare i figli con meno di tre anni alle scuole private? Dall’amministrazione comunale ci aspettiamo delle risposte documentali e veritiere, non le solite “pezze a colori”. E ci auguriamo che in particolare il sindaco Giuseppe Mozzillo e l’assessore alla Pubblica istruzione Rocco Russo facciano chiarezza su una vicenda che dimostrerebbe ancora una volta come ad Orta di Atella ci siano cittadini di serie A, privilegiati per motivi politici o perché amici degli amici, e quelli di serie B, persone “comuni” che non hanno santi in Paradiso. Un’avvertenza: gli amministratori non tentino di salvare il salvabile con soluzioni, per così dire, originali e creative, magari facendo “sparire” la nipote del vicesindaco dalla scuola. La bambina frequenta la stessa classe dalla figlia dell’assessore Angelo Cervone, persona seria che crediamo non si presterà a negare l’evidenza. Peraltro di testimoni ce ne sono a bizzeffe. Per cui consigliamo a Mozzillo, essendo la scuola di competenza del Comune, di fornire spiegazioni adeguate e soprattutto carte alla mano. Due ultime considerazioni. La prima è una curiosità. La “Carducci” si trova in via Pasquale Migliaccio, la Minichino abita in via Fratelli De Filippo, in pratica di fronte all’istituto. Una posizione logistica ideale. Una gran bella comodità. Ma ripetiamo è solo una curiosità. Lo segnaliamo senza alcuna malizia. Solo per fornire ai cittadini “normali” un altro elemento di valutazione. La seconda questione è di natura politica. L’opposizione consiliare dormirà come al solito o si attiverà per chiedere chiarimenti? Se sarà inerte, sarà inevitabilmente anche complice.

Mario De Michele

 

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