Piedimonte Matese-“ Non tutto è compromesso : le aree interne, questi luoghi, contrariamente alle terre urbanizzate, hanno un futuro. C’è un ritorno alla montagna .Qui la modernità è stato lenta ed è stato,in fondo, un vantaggio ed alla lunga anche la politica verrà e capirà che c’è bisogno di una nuova alleanza con la natura”. Di fronte a tanta sociologia del disincanto della frustrazione , alla diffusa rassegnazione sul destino delle zone interne, a sterili geremiadi Franco Arminio, scrittore e studioso l’inventore della Paesologia, il poeta delle terre rurali, ha dato un contributo non solo di analisi ma una ventata di ottimismo nel corso del bel convegno sul tema “L’ulivo e l’identità. Ritorno all’identità” svoltosi ieri, nell’auditorium di San Domenico, nell’ambito del “Festival buon olio” che ha lo scopo proprio di riaprire le prospettive delle zone rurali a partire dalla valorizzazione dell’olio in un progetto culturale in grado di rappresentare l’olio in un visione diversa, in un approccio multidisciplinare con tecnica, poesia, letteratura, comunicazione. Il bersaglio di Arminio è stato proprio quello che ha definito lo “scoraggiatore militante” cioè chi da per spacciate e fuori della storia le terre rurali, agricole e montane , quel mondo lontano dalla urbanizzazione più o meno acuta. Lo ha ribadito con la solita passione complimentandosi con gli organizzatori della rassegna, giunta alla terza edizione, che ha visto l’aggregazione di alcune associazioni locali di Piedimonte Matese e Gioia Sannitica. Un confronto a più voci -come è avvenuto in termini più tecnici, anche sabato, su impulso e coordinamento del giornalista Ginfrancesco D’Andrea instancabile animatore con l’associazione culturale Byblos. Le ragioni della sfida del progetto sono state spiegate dal presidente dell’associazione Vincenzo Nisio giovane oleologo : “rilanciare la tradizione agroalimentare di cui l’olio ne è parte rilevante ma in chiave di innovazione nelle azioni e nei linguaggi”.Nisio non ne ha nascosto le difficoltà a partire dalla dall’abbandono di queste pratiche e di aree collinari che si riscontra anche visivamente dal deperimento dei muretti a secco( non è inutile ricordare un crescente interesse verso l’agricoltura che vive fasi di contraddizione ). Pasquale di Lena,molisano, autore del volume “agricoltura e territorio” e tra gli animatori di un informato e vivace blog sulle tematiche agricole ed ambientali, ha sottolineato l’importanza della conoscenza del territorio, di territori molto spesso feriti, “espropriati” delle loro vocazione, come è testimoniato dalla vicenda Xilella e allo sradicamento di ulivi secolari in Puglia o l’abbandono di terre coltivate come perdita di biodiversità . Andrea cappella, coordinatore Gal, da circa un ventennio, con ricadute occupazionali ed insediative, ha illustrato l’impegno di questi organismi associativi a favore dei territori rurali elencando in sintesi alcune tipologie d’intervento( alcuni innovativi come l’uso delle api in chiave di controllo bio-ambientale) mentre si prepara ad affrontare la nuova programmazione di fondi europei. Quella dell’unione territoriale , del fare sistema è stata la soluzione prospettata dal sindaco di Gioia Sannitica Michelangelo Raccio che ha indicato gli elementi significativi da tenere presente nello sviluppo locale(substrato culturale, caratterizzazione territoriale e sostegno istituzionale). Il sindaco di Piedimonte Matese ha evidenziato quanto fatto dal comune per sfruttare le risorse in campo rurale per migliorare la viabilità rurale ed il ruolo importante degli enti montani pur attanagliati da problemi notevoli come il mancato pagamento dei baif. A chiudere è stato ancora Arminio che è referente per l’Alta Irpinia di uno dei progetti d’area nell’ambito della strategia nazionale per le aree interne, sottolineando il valore della fiducia, della coesione sociale in terre che ha chiamato “Mediterraneo interiore” e sul piano pratico dei progetti di filiera di accoglienza . A Piedimonte Matese- è il suo post di commento su FB- ho parlato del ritorno alla terra e di come può diventare veramente una grande occasione per l’Italia interna. non mi aspettavo tanta attenzione per il mio lavoro. una bella spinta ad andare avanti nonostante l’estrema stanchezza. Piedimonte è un paese molto bello e alle sue spalle ha un paesaggio straordinario. anche qui si è accesa una piccola cellula paesologica”.

Michele Martuscelli

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