PASTORANO. Il Marchio d’Area Alto Casertano è “miele” per i consumatori. Nella Sala Mediterraneo di “Fiera Agricola”, a Pastorano, sabato scorso, si è tenuto un bel convegno, promosso dal Consorzio Nazionale Produttori Apistici, su “I prodotti di eccellenza e la promozione del territorio: il miele e le altre tipicità dell’Alto Casertano”. Protagonisti assoluti, il Marchio d’Area, che raccoglie in un unico paniere oltre cento prodotti agroalimentari del Matese, del Monte Maggiore e del Monte Santa Croce, e il miele, per l’appunto. A moderare i lavori, il vicedirettore del dipartimento di Agraria dell’Università del Molise, Antonio De Cristofaro. A discutere di miele e della necessità di fare sistema, tre figure autorevoli del settore apistico: Riccardo Terriaca, direttore del CoNaProA, con sede a Vairano Scalo, Mario Ambrosino, presidente dell’Associazione Interprovinciale Apicoltori Casertani e Napoletani e Adornino Scacchi, apicoltore professionista e titolare della più grande azienda apistica italiana, che si trova a Novara. «All’inizio, la mia passione per le api era solo un hobby – ha rivelato Scacchi –, oggi ho oltre 4mila alveari e 13 persone che lavorano per me». Rivolgendosi ai giovani iscritti al corso di apicoltura organizzato dall’AIACeNa, Scacchi ha aggiunto: «Imparate prima a conoscere le api, il resto, mi riferisco alla produzione e alla commercializzazione del miele, verrà da sé». Poi, la parola è passata a Gennaro Granata, delegato regionale Coldiretti Giovani, il quale si è soffermato «sull’importanza dell’agricoltura e del rapporto tra produttori e consumatori, legame che ha portato alla nascita di “Campagna Amica”». Granata ha illustrato al pubblico com’è cambiata l’offerta nel settore apistico: «L’apicoltura – ha detto – ormai non è solo miele, ma tante opportunità, cogliendo le quali è possibile recuperare redditività». La seconda parte dell’incontro è stata dedicata al Marchio d’Area Alto Casertano, con Giovanni Esposito di Fattorie Montane e Gennaro Di Vincenzo, project manager di Resourse Napoli. I due hanno evidenziato la rilevanza del brand agli occhi del consumatore e le strategie di marketing per affermare l’identità di un territorio straordinario: «Nel paniere – ha argomentato Esposito – si trovano vini, salumi, formaggi, miele, oli, conserve, confetture, farine, legumi, frutta, verdura, prodotti da forno e del bosco; il Marchio d’Area ne certifica la provenienza e il rispetto dei rigidi disciplinari elaborati a garanzia dei consumatori e degli ecosistemi». «Essendo il marchio caratterizzato da un unico segno grafico – ha proseguito Di Gennaro –, le Cipolle Alifane, i Tartufi del Matese, le Olive Caizzane, il Maiale Nero, le Mele Annurche, i Caciocavalli Silani, i biscotti di San Michele, per citare solo alcuni dei prodotti tutelati dal Gal, sono riconoscibili e, dunque, allo stesso tempo, oggetto di promozione e soggetti promotore di un sistema locale di qualità». Sul finale, i relatori più attesi: Pier Antimo Carlino, del consorzio Tecnova, che ha elencato le opportunità da cogliere nel prossimo PSR, Pietro Andrea Cappella, coordinatore del Gal Alto Casertano, cui si deve la paternità del Marchio d’Area, e Angelo Milo, direttore di Coldiretti Caserta. «Tante – ha precisato Cappella – sono state le iniziative messe in campo grazie al PSL; una è proprio il Marchio d’Area, un sogno che ho voluto si realizzasse, dopo aver conosciuto una realtà simile durante un convegno in Austria. È fondamentale difendere da ogni attacco il mondo agricolo, così come fa da anni il Gal Alto Casertano, dando una risposta concreta a una comunità assetata di riscatto». «La sfida per il nuovo Piano di Sviluppo Rurale – ha concluso Milo – sarà scongiurare il rischio di non riuscire a spendere risorse. Coldiretti è già pronta a sostenere e ad affiancare il agricoltori, fornendo suggerimenti e indicazioni precise agli organi regionali, nell’attuale fase di stesura dei bandi delle varie misure».