“Mi candido ma non è una sfida personale per cui sono pronto al confronto con chi vorrà portare avanti il nostro progetto”. Auditorium dell’ex Macello gremito per la convention di Mariano d’Amore che presenta la sua “Sfida per Aversa”, come si legge sui cartelloni fatti preparare per la manifestazione. Mentre il candidato sindaco è mischiato tra il pubblico, seduto in seconda fila è stata Maria Luisa Motti ad aprire i i lavori e presentare il movimento Ci Siamo. “Posso dire che noi ci siamo. Ci siamo anche se paghiamo lo scotto di esser scesi in campo tardi. Noi siamo accomunati da un forte, fortissimo senso di responsabilità. Mi rivolgo alla mia generazione: siamo colpevoli perché non siamo riusciti a cogliere i grandi cambiamenti di questa società e abbiamo disorientato i nostri figli il nostro futuro”. Motti ha poi rivendicato il dovere di impegnarsi, di non restare in disparte perché  è facile essere giudici delle cose che non vanno ma “bisogna mettersi in gioco. Le associazioni devono uscire dalle associazioni, i professionisti devono uscire dagli studi, le scuole dalle scuole e le chiese dalle chiese. Noi tutti, insieme, dobbiamo cambiare il senso comune, dobbiamo trasformare la noia in soluzioni. In politica deve esserci la tecnica, la competenza e la nostra sintesi è Mariano d’Amore”. Dopo Motti la parola è passata a Morena, studentessa universitaria che ha deciso di restare in città e che ha deciso di lavorare ad un progetto di cambiamento “impersonificato da Mariano e rappresentato da un movimento che è emblema della poltiica vera, della polis, della società. Mi fido di Mariano e  lo reputo una garanzia d’onestà e competenza: mi fido di Mariano perché per lui la politica è una missione”. La parola poi è passata a Mariano d’Amore che ha chiarito subito il contorno della manifestazione: “Ringrazio i rappresentanti di Viva Aversa e i rappresentanti del Movimento per le Autonomie. Ho letto dai giornali che ci sarebbe stato un passo indietro, io dico che stiamo facendo un passo avanti verso la realizzazione di un progetto verso le cose in cui crediamo e sulle quali abbiamo lavorato in questi giorni e che non si esaurirà con le elezioni amministrative”. In sala ci sono, tra gli altri Elia Barbato e Luciano Luciano. D’Amore ha poi sottolineato l’importanza della manifestazione e il suo successo dato che non è stato stampato un solo manifesto: “Io lancio una campagna agli altri candidati a sindaco si faccia una campagna elettorale a manifesti zero”. Restando sulla tematica ambientale d’Amore ha subito lanciato l’idea di un centro di compostaggio cittadino per abbattere i costi dell’invio dell’umido fuori regione e destinare quelle risorse a progetti per i giovani. “Si potrebbe fare in uno dei tanti standard che il comune si è ripreso e che oggi sono ricettacolo di rifiuti”. “Per creare lavoro e sviluppo ci dobbiamo fare innovazione, possiamo creare lavoro attraverso circuito virtuosi di economia che si autolimenta. Questo è il nuovo, non è nuovo chi lo dice perché non si è mai sporcato. Essere nuovo significa mettere in campo idee e proposte. Ci siamo significa esattamente questo ci siamo e non abbiamo paura di fare. Non abbiamo la presunzione di fare da soli anche per questo non abbiamo avuto remore a mettere insieme persone di centrodestra e di centrosinistra con chi non aveva esperienza politica. Dobbiamo innovare senza essere velleitari e presuntuosi, dobbiamo innovare accettando la sfida delle regole della politica”. D’Amore ha poi ringraziato Pasquale Giuliano con il quale “in venti anni di politica avevo parlato due volte ma che non ha avuto remore a mettersi in gioco. Ringrazio anche la sua squadra e i rappresentanti di VivaAversa. Ringrazio anche il movimento per le autonomie che sta facendo nascere da un mix innovativo un progetto che sia utile al buon governo della città. La nostra discriminante è che la politica non è un fine è un mezzo. La politica è passione che ti scorre nel sangue ma è utile se è un mezzo per un fine ultime, se ha uno scopo che va al di là del gioco politico ossia essere al servizio del cittadino. Noi vogliamo fare politica per essere utili alla collettività” . Tra il pubblico anche Adriano Pozzi e altri esponenti della coalizione che sostiene Marco Villano, curiosi e in attesa dopo quanto vociferato ieri. D’Amore poi mostra il libretto del “primo festival dell’opera buffa” realizzato nel 2001 quando lui era assessore “di un grande sindaco che si chiama Gennaro Golia. Ci chiedemmo allora se Pesaro può avere una cassa di risonanza con il festival di Rossini perché Aversa non può puntare su Iommelli e Cimarosa. Quella domanda è ancora attuale e oggi prendo l’impegno che se questo progetto diventa amministrazione della città Aversa avrà il secondo Festival dell’opera buffa e anche il terzo e anche il quarto. Mi impegno anche affinché Aversa abbia un’orchestra stabile fatta di ragazzi dell’agro aversano”. D’Amore è poi entrato nelle sfide programmatiche: “Sul millennio di Aversa ci si deve costruire il futuro, un progetto su cui l’Europa deve darci i sordi. Chi non ha questa ambizione non si candidi a sindaco. Io ho avuto un difetto quello di portare Urban ad Aversa anche se poi quei soldi sono stati spesi male. Noi invece dobbiamo portare finanziamenti e spenderli bene”. Oltre ai grandi progetti l’amministrazione dovrà occuparsi anche dei problemi della quotidianità “Sicurezza e città a traffico zero. Sembra un sogno ma chi non sogna non guida niente”. Il sogno è una città a filiera corta, dislocando i servizi. “Dobbiamo farlo nel Puc, di cui tutti parlano. Dobbiamo realizzare una città orizzontale, una città diffusa”. “Non vogliamo – ha aggiunto- una persona in un posto ma le nostre idee al governo. Io sono a disposizione mi interessa il progetto politico, mi interessa che viva nel tempo. Io stamattina con voi ho fatto un passo avanti sulle idee. Ho una massa critica che può portare avanti le idee e consentitemi la citazione di un socialista le idee camminano sulle gambe degli uomini. E qui ci sono le gambe per far camminare le idee. In campagna elettorale le idee camminano sulle gambe dei candidati per cui invito tutti a candidarsi”. D’Amore è poi arrivato al nodo politico “Io vi dico che tengo al progetto e se trovassi uno più autorevole di me a sostenere il progetto mi candiderei con lui al consiglio comunale. Ho comunque una coalizione che stiamo provando ad allargare. Mi guardo attorno e vedo una coalizione che giorno dopo giorno si gonfia, vedo le persone che ho incrociato e che mi hanno posto questioni molto diverse da quelle che ho presentato stamattina. Io illustravo il progetto e loro mi rispondevano con ambizioni personali ora queste persone sono tutte nella stessa coalizione. Significherà qualcosa se in questa città si è creato qualcosa che assomiglia ad un piano inclinato con le biglie che rotolano verso la stessa buca. Vedo e lancio un grido di allarme siamo di fronte alla premessa per una stagione affaristica per la città. Noi abbiamo il dovere di esserci e fare da argine perché quando si costruiscono coalizioni su logiche di scambio personalistico ci sono solo due modi per gestirle o la logica mercantile, che è quella che ha retto la città per alcuni anni, o la logica autoritaria che ha portato l’ultima amministrazione a durare metà mandato. Dico questo assumendomi tutte le responsabilità. Qui di sta costruendo una coalizione che mi ricorda il film La grande abbuffata. A Noi invece piace essere magri ma concreti. Qui si sta costruendo una coalizione sotto l’egida di Cesaro, Zinzi e Caldoro io chiedo cosa c’entrano con Aversa. Aversa agli aversnani apriamo una stagione in cui si affermi la centralità politica del nostro territorio”. Dopo le bordate a De Cristofaro e l’aver scartato a priori il dialogo con Dello Vicario arriva l’apertura a Villano: “Io non ho problemi a parlare con Marco Villano ma alla luce del sole con trasparenza. Io ad esempio prima del voto dirò già i due terzi della squadra di governo, i due terzi perché non si può avere la pretesa di avere la verità in tasca e dal confronto le idee possono migliorare. Vogliamo una squadra di persone oneste e competenti che possa cambiare il volto della città”.

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