Il denaro incassato da una società di riscossione per conto di alcuni Comuni non veniva versato agli enti locali ma finiva in tasche private. E’ l’accusa che ha portato al sequestro preventivo di beni per 3,4 milioni e ad un avviso di conclusione indagini nei confronti di 11 persone. Al centro dell’inchiesta della procura di Benevento c’è Vincenzo Piccoli, amministratore della Gosaf spa, società di riscossione con sede legale a Montesarchio (Benevento), che si sarebbe appropriato di oltre 5 milioni di euro investiti in beni mobili ed immobili nelle province di Napoli, Caserta, Benevento, Salerno e Frosinone, e che la Guardia di Finanza, su disposizione della Procura di Benevento, ha provveduto a sequestrare. I particolari dell’inchiesta sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa procuratore di Benevento Giovanni Conzo, insieme ai comandanti provinciali della Guardia di Finanza delle province di Benevento e Caserta. Tutte le persone indagate sono indiziate, a vario titolo, in concorso tra loro dei reati di peculato, falso ideologico ed abuso d’ufficio. “Si tratta – ha detto Conzo – di dirigenti e funzionari pubblici che si sono resi complici dei reati omettendo i controlli dovuti sottraendo alle casse pubbliche denaro destinato ai servizi per i cittadini”. I comuni interessati dall’inchiesta sono Arienzo, Francolise, Pietravairano e San Marcellino per la provincia di Caserta, Paolisi per la provincia di Benevento, Portici per la provincia di Napoli, Anagni per la provincia di Frosinone dove la Gosaf svolgeva servizi di riscossione.


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