“Sentiamo il dovere morale di spiegare ai cittadini aversani, che nel 2012 hanno votato la lista di Sinistra Ecologia Libertà, l’assenza del simbolo alle prossime elezioni comunali” – così inizia il comunicato dei due ex consiglieri comunali di SEL Pasquale Morra e Pasquale Pandolfi dopo la pubblicazione delle liste per le elezioni del 5 giugno. “Abbiamo avuto un confronto con le forze politiche del centro sinistra con l’obiettivo di consolidare un ampio schieramento di forze in grado di aprire una nuova fase politica nel nostro territorio e di provare a mettere in campo una coalizione alternativa che riuscisse a unire la Sinistra e le forze progressiste, capace di rappresentare una reale proposta di cambiamento con una visione diversa di città. Ma non abbiamo intravisto punti di discontinuità con le amministrazioni precedenti. Reso ancor più evidente dalle trasversalità politiche che hanno interessato la fase prima della presentazioni delle liste. Per questo motivo, – continuano i due ex consiglieri – SEL ad Aversa, come anche in altri comuni al voto del territorio casertano, in questa tornata elettorale si sottrarrà alla logica di proporre proprie liste locali, pur avendone in qualche caso la possibilità, per non disorientare ulteriormente un elettorato già duramente provato dalle difficoltà prodotte da accordi elettorali che vedono, appunto, un diffuso trasversalismo politico, terreno di coltura del degrado della politica. Anche ad Aversa, come nel resto del Paese, l’impegno di SEL è rivolto principalmente all’avviato processo di costruzione del nuovo soggetto politico di SINISTRA ITALIANA come sottolinea il coordinatore regionale campano Tonino Scala: “Ri-costruire la Sinistra ad Aversa, in Campania, in Italia e’ un vero e proprio imperativo. E’ un’esigenza che nasce da un paese dove circa un terzo dell’elettorato sistematicamente decide di astenersi perché non si sente rappresentato da alcuna forza politica; dove un numero crescente di donne e di uomini ogni giorno scivola sempre più sotto la soglia di povertà; dove i cittadini sono stanchi di una transizione mai consumata tra un passato che non passa ed un futuro che stenta a venire. Il radicamento ed il consenso sono la leva necessaria per far nascere un soggetto politico più ampio rispetto ad una algebrica sommatoria che sarebbe l’ennesimo fallimento. C’è bisogno di mescolare le carte, discutere senza paura. C’è bisogno di un soggetto che rimetta al centro diritti, lavoro e questione morale.”

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