Sono anni che manteniamo alta la nostra tensione di cittadini attivi che hanno scelto da che parte stare. Non abbiamo bisogno di studi che ci annuncino il pericolo e non ci sentiremo al sicuro fino a che la camorra continuerà a minacciare i nostri magistrati. Non possiamo pensare di aver raggiunto la normalità se la cronaca quotidiana ci parla continuamente di sindaci al soldo della criminalità organizzata, disposti a fare affari sporchi mettendo le mani sugli appalti, sui servizi e negando i diritti della comunità. Un problema che non è legato solo alla territorialità ma ad un decadimento sconfinato dell’autorevolezza di alcuni immeritevoli rappresentati delle Istituzioni municipali. E’ sì cominciata un’altra fase ma l’attenzione non deve calare perché da quel torpore gratificante e consolante potrebbero poi essere partoriti nuovi capi clan, nuovi interessi, nuove stagioni del terrore. Minacciare di morte i magistrati, il sostituto procuratore della DNA Cesare Sirignano, il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo, il pm Alessandro D’Alessio della DDA di Napoli, vuol dire minacciare tutti quelli che sono dalla stessa parte e perché tutti nel proprio ruolo, nelle proprie competenze e nei propri ambienti sono chiamati a fare la propria parte. No, non ce ne staremo a guardare e non vogliamo neppure adottare una posizione di cautela. Ora più che mai serve il coraggio di fare scelte, di metterci la faccia con verità e chiarezza e di riproporre con forza quel ‘noi’ di cittadini, professionisti, volontari insieme a forze dell’ordine, magistrati, investigatori. Il Comitato don Peppe Diana ed il coordinamento provinciale di Libera Caserta, con tutta la rete di associazioni, gruppi e cooperative ci sono e continueranno ad esserci, con la stessa attenzione, con la stessa tensione, con la stessa convinzione.