Piedimonte Matese- La IV edizione del Festival dell’erranza diretto da Roberto Perrotti si aprirà il 13 giugno 2016. Quest’anno la rassegna si arricchisce di un nuovo appuntamento definito “Incontri di primavera”. Lunedì 13 giugno sarà il giorno d’inaugurazione degli incontri che proseguiranno con gli appuntamenti del 9, 10, e 11 settembre. Ospite di vera eccezione sarà Vinicio Capossela. Il cantautore e scrittore presenterà il suo nuovo disco, Canzoni della Cupa, e parlerà delle sue opere e della sua erranza. Si, perché Capossela è essenzialmente un errante d’elezione, lo confermano le sue opere, i suoi testi, le sue scelte. Per questo motivo è stato da sempre molto attento all’idea di fondo che ispira il Festival dell’erranza: un luogo dove si possa riflettere sulla necessità di mettersi in cammino, sulla tendenza al nomadismo, sulla fatica di migrare. Da molto tempo si è stabilita una sorta di sottile condivisione d’intenti fra il cantautore e il festival dell’erranza, il 13 giugno tutto ciò diventerà presenza e festa dell’incontro. Come sempre gli appuntamenti si svolgeranno nel chiostro domenicano cinquecentesco di Piedimonte Matese, eletto “ stazione di posta” del festival che per il 2016 avrà per tema “ I confini e i volti”. Tema della IV edizione Festival dell’erranza, con la direzione artistica di Roberto Perrotti Si affronterà il tema del limite, del bordo e della frontiera, con un particolare riferimento alla relazione con l’Altro, al suo Volto, al suo senso di Infinito. Gli ospiti potranno riflettere sul significato di confine, di linea reale o mentale, di bordo che delimita l’Altro. Ogni divisione, in realtà, crea una doppia visione che consente di contemplare la diversità insita in ogni Alterità. L’uomo da sempre ha vissuto sul limite e si è dibattuto spesso sul suo dualismo, sulla sua molteplice personalità, sulle diverse interpretazioni del mondo, della religione e della società. La traccia, il solco, la soglia e il confine tendono a delimitare uno spazio, togliendolo dal nulla per consegnarlo a una dimensione. La vita dell’uomo è un passaggio continuo sul limite dell’io e dell’Altro. Non è un caso che si definisca con-fine il luogo dove entrambi hanno la loro fine per poi incontrarsi. L’incontro avviene per necessità attraverso una relazione diretta: “ faccia a faccia”. Ciò si realizza, in altri termini, attraverso la visione del Volto dell’Altro, immagine vivente, nuda e vulnerabile. Il Volto dell’Altro sorprende e la nostra risposta diviene spesso un modo per interrogarci sulla nostra stessa identità. Il Volto rappresenterà la vera frattura in un territorio unificato e renderà possibile ogni discorso intorno alle relazioni umane.

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