In questi giorni si è tenuta l’assemblea generale del personale dipendente dalle strutture sanitarie private accreditate della provincia di Caserta. I lavoratori hanno espresso forte preoccupazione per lo stato in cui versa l’intero comparto della sanità privata accreditata. Settore alle prese con crisi aziendali, strutturali, croniche e difficoltà economiche crescenti, legate soprattutto alla mancata erogazione di tutte le spettanze dovute dalla ASL e maturate nel corso degli anni. Difficoltà che pregiudicano fortemente la tenuta occupazionale e l’erogazione dei servizi assistenziali quali ricoveri e interventi chirurgici di alta specializzazione. Il motivo principale alla base di questa ennesima crisi compartimentale sta nella mancata ratifica da parte degli organismi regionali, di accordi sottoscritti il 25 maggio del 2015 tra la precedente struttura Commissariale e le rappresentanze datoriali delle Case di Cura accreditate. Importanti accordi, che miravano a riconoscere definitivamente ad alcune Case di Cura accreditate rilevanti prestazioni assistenziali e di cura ai cittadini campani. Nel corso degli ultimi anni, vuoi la difficile gestione della rete ospedaliera pubblica, vuoi perché non si sono potute potenziare le Strutture e/o incrementare il personale del S.S.R., in molte Strutture private accreditate sono stati attivate diverse discipline. Discipline sia chirurgiche che mediche, che hanno erogato prestazioni sanitarie rese per sopperire ad una domanda di cura che altrimenti era costretta a recarsi fuori regione. Cosa che effettivamente è avvenuta e tuttora avviene per molte prestazioni non erogabili in Campania, o a causa dei tempi d’attesa molto lunghi, o per mancanza di fiducia nelle Strutture Sanitarie Pubbliche della regione. Questo mancato o ritardato riconoscimento di prestazioni, da parte della Regione Campania, comporterà inevitabilmente tagli al personale e riduzioni di prestazioni assistenziali. Situazione che si aggraverà a breve a causa del solito e inaccettabile rituale di esaurimento dei tetti di spesa o budge di struttura che ogni agni anno si ripete e costringe migliaia di persone a passare all’assistenza privata, o andare fuori regione, o a lunghissime file d’attesa presso le strutture pubbliche ormai al collasso. Situazione ben chiara al Governo regionale, dal quale si aspetta un rapido intervento per scongiurare la paralisi assistenziale e la perdita di migliaia di posti di lavoro. L’Assemblea si è appellata anche alle strutture sindacali provinciali e regionali della Cisl, affinchè si adoperino presso la Regione per scongiurare quanto sopra. Nei prossimi giorni, a sostegno della vertenza saranno attivate tutte una serie di iniziative con forme di lotta, di mobilitazione e di denuncia, non escludendo la proclamazione di una giornata di sciopero. Misure atte a salvaguardare il futuro occupazionale assieme alla dignità di cittadini stanchi di essere defraudati dei propri diritti.