Circa 500 lavoratori edili hanno partecipato questa mattina alla manifestazione regionale promossa dalle organizzazione sindacali degli edili in Piazza dei Martiri davanti alla sede dell’Associazione dei Costruttori della Campania per rivendicare il rinnovo dei contratti territoriali già scaduti dal dicembre 2015 e un piano straordinario e programmato per il lavoro e la ripresa del settore. “Eravamo in piazza – si legge in una nota diffusa dal sindacato – anche per testimoniare la solidarietà e soprattutto la rabbia per le ennesime morti sul lavoro avvenute a Sant’Agata e a Villa di Briano. Una strage senza fine”. “E’ con responsabile consapevolezza – affermano i segretari generali di Feneal, Filca, Fillea Andrea Lanzetta, Giovanni D’Ambrosio e Giovanni Sannino – che denunciamo una colpevole cultura della violazione delle norme sulla sicurezza da parte delle imprese, l’indifferenza delle istituzioni, in qualità di Enti programmatori e di Stazioni Appaltanti, che chiudono gli occhi davanti alla recrudescenza del fenomeno, l’assenza dello Stato nelle sue articolazioni di prevenzione e repressione, l’azione dei vari governi tese a svuotare gli strumenti di contrasto all’irregolarità e illegalità, a partire dal Durc, l’inefficacia della legge regionale sulla sicurezza usata come paravento legislativo”. “Per queste ragioni – aggiungono Lanzetta, D’Ambrosio e Sannino – chiediamo ai Prefetti delle cinque province della Campania di istituire Consulte Collegiali e Strutturate, con tutti i soggetti deputati alla realizzazioni di opere e lavori pubbliche e private, e le parti sociali, per monitorare la situazione e adottare le giuste strategie per contrastare questa mattanza. E alla Regione Campania di convocare una Conferenza sullo stato della sicurezza sui cantieri e sugli impegni da chiedere a tutti per garantire la salute e spesso la vita di chi lavora. Per il Sindacato la battaglia per un contratto rinnovato e per il lavoro passa da qui, dal ridare priorità alla sicurezza, e impegna anche noi”. “Vale per le buone e utili infrastrutture da realizzare e da completare – aggiungono – vale per la riqualificazione urbana, a partire dal progetto Sirena, per i tanti centri storici e le tante periferie della regione. Il settore ha perso in otto anni più di 50 mila addetti, più di 300 milioni di euro di ricchezza sottratta al territorio, un intero sistema produttivo depauperato e avvezzo alla violazione latente della legalità”. “Avremmo voluto rappresentare in diretta ai vertici dell’Ance Campania queste nostre preoccupazioni – concludono Lanzetta, D’Ambrosio e Sannino – ma ancorché avvisati di questa iniziativa, non hanno ritenuto utile ‘ospitarci’. Continueremo la mobilitazione incalzando imprenditori ed Istituzioni”.