Due raid nei primi sei mesi di attività, azienda di surgelati a rischio chiusura nella zona Asi di Giugliano. Sembra incerto il futuro della ApS Srl che distribuisce il marchio Fricrok in tutt’Italia: il secondo furto di cavi elettrici subito dall’inizio dell’anno produce un nuovo stop forzato alla produzione, ma anche all’imballaggio e all’etichettatura dei prodotti finiti. Un danno da oltre 50mila euro, tra cavi e strutture danneggiate, a cui va aggiunto il mancato guadagno che sarebbe derivato dalla vendita della merce già pronta e delle materie prime che non potranno essere lavorate. Nel mirino finisce la comunità rom che vive a ridosso dell’area industriale, esperta nel ricavare rame dai cavi. «Fare impresa in questo contesto è impossibile – dice amareggiato il titolare Giovanni Di Lanno – ci mettono nella condizione di non poter lavorare, non ne possiamo più». In azienda temono che sarà difficile trovare altre risorse per ripristinare gli impianti e recuperare la fiducia dei clienti in attesa delle consegne. «Abbiamo aperto questo impianto più grande perché la zona sembrava sicura – continua Di Lanno- e invece stiamo facendo i conti con un’enormità di costi non preventivati. Noi dobbiamo pensare a produrre, non a fronteggiare aggressioni continue». L’imprenditore sperava nella crescita di questa realtà nel 2007 a Casalnuovo per la produzione di frittelle e snack pastellati. A gennaio 2016 il trasferimento nalla zona Asi di Giugliano. Ma questi mesi hanno messo a dura prova l’attività. Il primo raid a metà giugno, ieri il secondo. I ladri – almeno in sei – hanno messo ko l’antifurto e aggirato l’ostacolo di un grosso catenaccio scardinando con violenza la porta di ferro a protezione del vano esterno della cabina elettrica. Sganciati i fili dal quadro elettrico anche all’interno dell’azienda, dove si sono introdotti forzando una finestra, hanno cominciato l’opera di raccolta dei cavi: oltre 90 metri tirati fuori dagli alloggi. L’episodio riaccende i riflettori sulla sicurezza della zona Asi. C’era stato un periodo di tranquillità con il potenziamento dei controlli disposti al tavolo istituito in Prefettura quattro anni fa e chiesto a gran voce dal Consorzio Imprenditori Giugliano (Cig). All’epoca, nell’area che ospita 54 aziende (tra cui realtà importanti come Selex e Gma) il bilancio dei danni alle aziende era stato di 300mila euro in due anni. «Abbiamo fatto tanti passi in avanti negli ultimi sei anni, ma questo episodio gravissimo segnala che non bisogna abbassare la guardia sul fronte della sicurezza per non tornare ai tempi in cui il lunedì era consuetudine fare i conti con danni per migliaia di euro», dice il presidente del Cig Angelo Punzi. E poi lancia un appello al governatore De Luca: «Bisogna accelerare sul sistema di videosorveglianza per il quale da due anni è già pronto un finanziamento di 100mila euro della Camera di Commercio. Se non si blocca questa ondata, si rischia di mandare in fumo anni di battaglie e i risultati ottenuti finora. Occorre incentivare chi desidera investire su questo territorio». Al bando di gara deve provvedere il Consorzio Asi, seduto con la Regione al tavolo in prefettura. Le telecamere servono anche per scongiurare lo sversamento illegale dei rifiuti. Ieri mattina una dozzina di prostitute sostava sulle rampe d’accesso all’Asi mentre tutt’intorno bruciavano sterpaglie. «Un pessimo biglietto da visita per una zona in cui esistono delle aziende all’avanguardia e che danno lavoro a moltissimi addetti», insiste il presidente degli industriali Punzi.