Subito dopo essere uscito di carcere ha ripreso a chiedere il pizzo, anche a imprenditori vicini alla fazione Zagaria del clan dei Casalesi, senza avere avuto il nullaosta dai vertici dell’organizzazione mafiosa: questo il movente dell’omicidio di Michele Iovine, referente della cosca a Casagiove e zone limitrofe, secondo gli inquirenti, ucciso il 28 gennaio 2008 a 63 anni, proprio a Casagiove (Caserta), su ordine dell’allora boss Michele Zagaria, soprannominato “capa storta”. Nuove accuse per l’ex primula rossa che giungono anche sulla base delle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia del calibro di Antonio Iovine e Nicola Panaro. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Caserta, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, hanno notificato la nuova ordinanza di arresto all’ex boss, detenuto in regime di carcere duro, con le accuse di omicidio premeditato, porto e detenzione di arma comune da sparo, reati aggravati dalle finalità mafiose. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Napoli. Michele Iovine, e il suo gruppo, si occupava di riscuotere le estorsioni dalle vittime sotto il controllo della fazione guidata dalla famiglia camorristica Schiavone.

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