Il Consiglio comunale di Napoli ha approvato a maggioranza la rimodulazione del piano di riequilibrio pluriennale. La delibera è stata approvata con 25 voti favorevoli e 7 contrari. “La rimodulazione del piano – ha spiegato l’assessore al Bilancio, Salvatore Palma – dice che siamo in anticipo rispetto a quanto previsto dal piano di riequilibrio e tutti gli obiettivi contenuti nel piano sono stati raggiunti”. Secondo quanto detto in aula, il disavanzo del Comune di Napoli è oggi di 205 milioni di euro a fronte degli 850 milioni del 2011, anno di insediamento della prima Giunta de Magistris. A quanto riferito da Palma, il Comune potrebbe uscire dal piano entro due anni, ma la norma vigente “ce lo impedisce, costringendo l’amministrazione a mantenere le aliquote al massimo fino al 2022”. Da qui l’appello rivolto dall’esponente della Giunta alle consigliere e deputate Mara Carfagna (FI) e Valeria Valente (PD) affinché – ha detto Palma – “si possa dare al Comune di Napoli la possibilità di uscire dal piano e dai paletti che impone e di utilizzare la norma (la legge 118) che oggi offre a tutti i Comuni la possibilità di assorbire il disavanzo in 30 anni senza i vincoli del predissesto”. L’uscita dal piano di riequilibrio consentirebbe infatti all’amministrazione comunale di ridurre le tasse e di poter avviare investimenti. L’amministrazione – come riportato dall’assessore – ha già veicolato proposte emendative alla norma in sede Anci e ai ministeri dell’Economia e dell’Interno. “Abbiamo raddrizzato la condotta amministrativa dell’ente – ha evidenziato Palma – e con la nuova norma avremmo la possibilità di rilasciare il disavanzo con una norma ordinaria senza le implicazioni del predissesto previste dalla legge 174”. “Oggi – ha concluso l’assessore – ci sono tutti i presupposti per essere accompagnati solo nelle procedure dell’assorbimento del disavanzo dovuto alle nuove norme di contabilità di cassa abbandonando definitivamente il piano di riequilibrio”.